Le parole si fanno dense dopo ogni ritorno. Spesso, vacanze, solitudini, tempi sospesi, rendono liquido e quasi trasparente anche un tracciato in linea retta di parole, quasi come fosse uno steccato da tirare su, paletto dopo paletto, parola dopo parola. Quando arriva autunno e ci troviamo nuovamente in prossimità di quella strada, vicini all’ingresso di un bosco o di una radura silenziosa, carichi di nuove promesse o intenzioni come di un mazzo di foglie fruscianti dipinte nelle più belle tonalità di arancione, calde e croccanti come un nuovo giorno da affrontare sorridendo davanti a un sole appena sorto, allora è come se le vedessimo per la prima volta quelle parole, pronte a fondersi rilasciando buoni profumi come scie da seguire, tracce visibili dentro giornate di pioggia. Ed ecco che ci ritroviamo, qui o altrove, ad accoglierle, le paroline zitte che hanno ripreso a parlare dopo che il caldo incredibile dell’estate le aveva mescolate, confuse, quasi sciolte. Qui ne raccogliamo un po’, ripartendo dalla striscia di sabbia dove l’onda le aveva posate distrattamente, quasi senza pensarci. Un inizio per un nuovo cammino, tra valli e colline, tra noi e gli altri, in mezzo a ciò che siamo, distintamente e nitidamente, infine.
Buone letture.

Iole Troccoli

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CC BY-NC-ND 4.0 On line e disponibile al libero download il n° 5 anno IV, settembre 2024 de “Il Salotto” la rivista letteraria de “L’Italia, l’Uomo, l’Ambiente” by L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.

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