di Alberto Pestelli
La fortuna di essere sia toscano che sardo (mi considero “nuraghetrusco”, come amo definire scherzosamente la mia doppia origine) ha fatto sì che, anno dopo anno, conoscessi benissimo l’isola.
Come disse lo scrittore britannico David Herbert Lawrence, la Sardegna, questa terra non assomiglia ad alcun altro luogo. Ho fatto tesoro di questo aforisma tanto da modificarlo un poco… Sardegna, in questa isola ogni luogo non assomiglia ad alcun altro luogo… questo per dire che ogni suo angolo visitato ti offre sempre qualcosa di diverso rispetto ad un altro. Ogni sua spiaggia, sua montagna, nuraghe, ogni roccia ti cattura e ti fa vivere momenti magici, unici. In più di cinquant’anni di viaggi “in sa Isula” mai mi sono sentito stanco e, anche se conosco quasi tutto, non smetterò mai di ritornare per riascoltare il suono delle “launeddas”, quello del vento, il canto della madre terra seduto sotto un antico leccio a fianco di una cascatella nel Parco del Castello Aymerich di Làconi.
Làconi è un bellissimo paese di circa duemila abitanti situato a 550 metri sul livello del mare nella zona dell’altipiano del Sarcidano in provincia di Oristano. Il suo vasto territorio è ricchissimo da un punto di vista naturalistico e geologico. Infatti il comune di Làconi ha patrimonio boschivo di tutto riguardo e, inoltre, è ricco di sorgenti importanti.
Il paese oltre a essere famoso per aver dato i natali al frate cappuccino Ignazio da Làconi (il cui vero nome era Vincenzo Peis) venerato dalla chiesa come santo, è noto per la Natura e, in particolare, per il grande Parco del Castello Aymerich.
Questo è un parco urbano e si sviluppa tutto attorno ai ruderi dell’antico Castello (costruito agli inizi del Mille) che si trova, quindi, immerso in un bosco di circa 22 ettari. Sia il parco che l’edificio sono di grandissima importanza da un punto di vista storico, ambientale e culturale ed è meta sia per i sardi sia per quei turisti che amano girare per amore della conoscenza piuttosto che rimanere seduti ore e ore a cuocersi sotto il sole su di una spiaggia.
Di quelle vetuste vestigia della prima edificazione rimane una torre in stile romanico del 1050 circa. L’edificio fu ristrutturato e ampliato nel XII secolo. Nel XV secolo, durante la dominazione aragonese, fu ricostruito secondo il gusto stilistico catalano-gotico.
Nonostante il Castello sia ormai un rudere, sono ancora quasi integre le carceri e la sala delle armi. Durante i secoli, partendo dalla sua costruzione, il Castello fu in mano ai Giudicati, alla famiglia di Castelvì e, infine ai marchesi che lo ereditarono nel ‘700, gli ultimi Signori di Làconi, gli Aymerich.
Esso fu loro residenza fino alla metà dell’800. Proprio in questo periodo, il marchese Ignazio Aymerich Ripoll aveva iniziato la realizzazione di quello che sarebbe diventato uno dei più importanti parchi urbani ricco di piante esotiche di tutta la Sardegna: numerosi sono i cedri del Libano e i pini della vicina Corsica. Tuttavia fitti crescono i lecci tra cavità naturali oppure appositamente scavate nella roccia, ruscelli, laghetti e piccole cascate.
Passeggiando lungo i comodi sentieri non possiamo fare a meno di immergerci in un’atmosfera affascinante, unica. L’aria che si respira è quasi da capogiro da quanto è pura e ricca di profumi e fragranze boschive. È l’ideale per trascorrere qualche giornata all’insegna del completo relax accompagnati da un buon libro… sempre che si riesca a leggere tanto ti cattura l’ambiente circostante.
Il parco è un’immensa cattedrale nel bel mezzo della Sardegna le cui colonne, aggrappate al grembo dell’antica dea Madre Terra, si ergono a costituire un cielo di speranza, atto a preservare questo palcoscenico dove si esibisce, in atto unico, la vita dell’isola, del Paese, del Mondo di cui noi, esseri umani, siamo solamente ospiti a volte disattenti.
© copyright Alberto Pestelli 2014
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