Articolo pubblicato su IUA n° 5, Anno I, Luglio-Agosto 2014
Negli ultimi anni, il viaggiatore, alla ricerca di immagini e di luoghi nuovi, sceglie itinerari non ordinari e nei quali, spesso, gli aspetti di comodità o di relax non appaiono prioritari.Il turista “alternativo” intende entrare in contatto con una determinata cultura, conoscendone l’ambiente naturale e umano, la storia e le tradizioni, la comunità e gli individui e lo fa anche a costo di sforzi fisici e psicologici. Tra le varie forme di turismo non di massa c’è il pellegrinaggio, che oggi ha una connotazione diversa rispetto al passato.Un tempo il pellegrinaggio aveva una motivazione prettamente religiosa. “Una volta si andava sul cammino per salvare l ’anima, ora ci si va per trovarla”, ha detto qualcuno. Infatti, le motivazioni, che spingono una persona a intraprendere un così difficile viaggio, sono più spirituali e/o culturali: il bisogno di misurarsi in un’impresa ritenuta notevole sul piano fisico e ancor più su quello mentale, di trovarsi soli con se stessi, di allontanarsi dallo stress quotidiano, e/o perché affascinati dalla storia del cammino, dai segni d’arte e di storia.
Il pellegrinaggio più antico e conosciuto è, sicuramente, il Cammino di Santiago de Compostela. Un percorso che inizia ai piedi dei Pirenei, sul versante francese, e che, dopo aver attraversato la Spagna settentrionale, si conclude davanti la maestosa cattedrale di Santiago. Un itinerario faticoso di 800 km, diviso in 30-35 tappe su sentieri ben segnalati, che da sempre affascina viaggiatori e scrittori.
Ma non bisogna allontanarsi dal nostro Paese per vivere un’ avventura simile. Da anni si pratica il Cammino di Assisi, uno degli itinerari più belli e vari d’Italia, che unisce Dovadola, in provincia di Forlì, alla città di San Francesco in un itinerario di 13 tappe. Un viaggio sulle orme di Francesco, tra eremi e foreste sacre. Un Cammino per scaricare cose e pensieri superflui, per ritrovare l’essenzialità, e aggiungerei “l’umanità”.
Il progetto è nato dal lavoro di un gruppo di volontari e parroci, che si sono ispirati proprio al Cammino di Santiago, e hanno strutturato, concatenando vecchi percorsi, un unico itinerario e una piccola rete di rifugi che offrono ospitalità spartana a prezzi molto contenuti.
La lunghezza del cammino di Assisi è di oltre 300 km; il percorso attraversa, nelle prime tappe, le foreste tosco-romagnole del Parco del Casentino, dove esiste ancora una natura incontaminata; questa è la parte più faticosa perché impegna in ripetute salite e discese sui sentieri, ben segnalati, del CAI (Club Alpino Italiano). La seconda parte ha pochi dislivelli e lunghi tratti pianeggianti. Alla fine di ogni tappa si trovano rifugi e locali adibiti per ospitare i viandanti in cammino.
Le tappe fondamentali sono:
- da Dovadola a Marzanella, 21 km
- da Marzanella a Premilcuore, 21 km, passando per Portico
- da Premilcuore a Corniolo, 18 km
- da Corniolo a Camaldoli, 22 km, passando per il passo la Calla
- da Camaldoli a Biforco, 19 km, passando per Badia Prataglia
- da Biforco a La Verna, 9 km
- da La Verna a Caprese Michelangelo, 23 km, passando per l’eremo La Casella
- da Caprese Michelangelo a Sansepolcro, 25 km
- da Sansepolcro a Città di Castello, 29 km, passando per l’eremo di Montecasale
- da Città di Castello a Pietralunga, 30 km, passando per la Pieve de’ Saddi
- da Pietralunga a Gubbio, 27 km
- da Gubbio a Valfabbrica, 30 km, passando per l’eremo di San Pietro del Vigneto e Biscina
- da Valfabbrica a Assisi, 16 km
Alla partenza, il pellegrino riceve la “credenziale”, che certifica lo status di pellegrino, l’elenco dei rifugi e la guida con la descrizione delle tappe e la indicazione dei punti ristoro. Alla fine del cammino, il viandante riceve il documento che attesta l’avvenuto pellegrinaggio, “l’Assisana”, presso la Basilica Papale di San Francesco di Assisi.
Essendo il percorso lungo e faticoso, è consigliabile intraprendere il viaggio nei periodi da marzo a maggio o da settembre a ottobre, quando le temperature non sono troppo alte né troppo fredde.
Il pellegrino ha bisogno di poche e utili cose per affrontare in maniera “leggera” la fatica di questo bellissimo viaggio, portando sempre con sé una borraccia d’acqua. Il Cammino, tra sentieri e strade di rara bellezza, può essere svolto a piedi, in mountain bike, a cavallo, e, per chi ha difficoltà motorie, in automobile.
Quindi, il meno noto Cammino di Assisi non ha nulla da invidiare al più famoso pellegrinaggio spagnolo. E, proprio per le comuni affinità culturali e spirituali tra i due itinerari, dal 2007 Santiago e Assisi sono gemellate.
E tutti i pellegrini, alla fine del viaggio o a Santiago o ad Assisi, si rendono conto che l’importanza del cammino non è rappresentata dalla meta raggiunta, ma è insita nel cammino stesso.
“Il pellegrinaggio ha senso se fatto a piedi; è un avvicinamento lento, è un tempo: non solo il raggiungimento della meta. Il pellegrinaggio ha a che fare con la solitudine, è perdersi per ritrovarsi”. Erri De Luca
© copyright Maria Iorillo 2014
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il Cammino di Assisi, un viaggio sulle orme di San Francesco by L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.