Articolo pubblicato su IUA n° 7, Anno III, Luglio-Agosto 2016
Quando alcuni produttori ebbero quella disgraziata idea di promuovere la campagna pro olio di palma, personalmente, ho sentito che forse c’era speranza in una vittoria. Nell’arco di un mese quegli spot hanno martellato le coscienze degli italiani svegliandole, per fortuna, invece di annichilirle e piegarle verso la strada della menzogna. Sia come collaboratore della rivista L’Italia, l’uomo, l’ambiente, sia come segretario di Pro Natura Firenze, sia come privato cittadino e simpatizzante delle varie associazioni di consumatori e ambientalisti, non ho mai pensato che vincere questa “guerra” fosse stata una passeggiata. Chi eravamo noi per sfidare le multinazionali delle industrie alimentari? Eppure abbiamo respinto, colpo dopo colpo, i vari attacchi spietati che ci hanno quasi sfiancati ma mai battuti. Il potere dei soldi, del capitale, del mondo machiavellico degli affari, con il loro “il fine giustifica i mezzi”, ha fatto retromarcia di fronte alla caparbietà di persone per bene che, senza sotterfugi e menzogne, ha combattuto lealmente fino all’ultima battaglia.
In seguito alla petizione promossa da Il Fatto Alimentare, che ha raccolto ben 176mila firme, il 7 maggio 2016 la Coop ha preso la giusta decisione di eliminare dalla produzione tutti i prodotti con il loro marchio contenenti l’olio di palma. Non solo ha sospeso la produzione, ma ha ritirato dagli scaffali di tutti i loro negozi e supermercati questi prodotti. Questa decisione è stata presa quando l’EFSA, l’Autorità per la sicurezza alimentare europea, ha segnalato, in un documento del 3 maggio 2016, la presenza di alcune sostanze potenzialmente cancerogene e geneticamente tossiche.
Anche Altro Consumo ha segnalato la notizia apparsa su moltissimi quotidiani dove si mostrava che il livello elevatissimo di contaminanti tossici e cancerogeni nell’olio di palma raffinato era reale.
Alla fine le aziende alimentari, in seguito alle sempre più evidenti prove di tossicità dell’olio palma, si sono arrese. L’Aidepi, che è l’associazione delle aziende del settore dei grandi marchi come Ferrero, Bauli, Mulino Bianco e tante altre si è impegnata a “fare, nel più breve tempo possibile, tutte le scelte necessarie per la massima tutela della salute del consumatore…”.
Abbiamo vinto… sì. È stata dura ma ce l’abbiamo fatta. Ma adesso, che marciamo trionfalmente sotto l’ideale Arco tanto caro agli antichi condottieri romani, non rilassiamoci. Perché, come dice Il Fatto Alimentare nel suo articolo, si potrebbe assistere al tentativo della Aidepi di salvare la faccia facendo di tutto per far piombare nell’oblio tutto ciò che è stato fatto con machiavellico fine con false notizie, pareri di esperti di dubbia veridicità scientifica e soprattutto quell’investimento di 10 milioni di euro per la campagna mediatica pro olio di palma.
Abbiamo vinto… sì. Ma non dimentichiamoci che nel Sud-Est dell’Asia, nell’Africa tropicale e nell’America centrale continua ancora l’espropriazione delle terre delle popolazioni locali a favore delle lobbies delle multinazionali provocando deforestazione incontrollata incendiando ambienti incontaminati per far posto alle coltivazioni di palma da olio con la conseguente irrespirabilità dell’aria e la morte della vita, sia vegetale, animale e umana…
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