Una nave nel giardino
nell’approdo del Vittoriale degli italiani
Di Alberto Pestelli
Avete mai sognato, da fanciulli o, perché no, da più grandicelli, di avere una nave nel proprio giardino? Dite che l’avete avuta? Ma siete proprio sicuri? Sto parlando di una nave vera, non di un modellino da costruire settimana dopo settimana con i fascicoli acquistati all’edicola. Eppure qualcuno ha sognato una nave da guerra che, dopo averla desiderata per tanti anni, l’ha portata per davvero nel suo grande e immodesto giardinello…
Guarda che facce incredule… otto su dieci non ci credono! E fate male perché sicuramente avrete sentito parlare di Gabriele D’Annunzio quel tanto che basta per farvi dire che era un poeta… qualcuno di voi potrebbe anche aggiungere: era abruzzese! Bravo, bravissimo.
Certo, non voglio fare qui un trattato sulla vita e sulle opere del più grande rappresentante del decadentismo italiano, ma un briciolo di quel che ho sempre pensato di Gabriele d’Annunzio – giusto due righe – bisogna proprio dirle per iniziare a parlare del Vittoriale degli Italiani: fu non solo un poeta ma anche un drammaturgo, un soldato, un pilota di aerei e di motoscafi da combattimento, un politico, un gran donnaiolo e un eccentrico megalomane. La prova? Visitate, appunto, il complesso monumentale del Vittoriale degli Italiani a Gardone sul lago di Garda (Brescia) per rendervi conto che non sono andato così tanto lontano dalla realtà.
Lasciamo perdere il “vate” e occupiamoci del Vittoriale.
In parole povere è un complesso di varie costruzioni che si estende per poco più di nove ettari sulle alture di Gardone con vie, piazze, ruscelletti, giardini – addirittura c’è un teatro all’aperto – che fu costruito in diciassette anni dal 1921 al 1938.
Nel 1921 D’Annunzio scrisse alla moglie una lettera che descriveva il luogo che poi diventerà la sua ultima residenza:
Ho trovato qui sul Garda una vecchia villa appartenuta al defunto dottor Thode. È piena di bei libri… Il giardino è dolce, con le sue pergole e le sue terrazze in declivio. E la luce calda mi fa sospirare verso quella di Roma. Rimarrò qui qualche mese, per licenziare finalmente il “Notturno”.
Doveva soggiornarci per pochi mesi e invece rimase per tutta la vita.
Si entra nel Vittoriale attraversando una coppia di archi. Nel centro c’è una bellissima fontana dov’è riportata la scritta: “Dentro, da questa triplice cerchia di mura, ove tradotto è già in pietre vive quel libro religioso ch’io mi pensai preposto ai riti della patria e dei vincitori latini chiamato il Vittoriale” (Dal Libro segreto).
Una volta entrati possiamo scegliere due percorsi. Il primo percorso conduce alla casa-museo del poeta pescarese (la casa è detta Prioria) dove possiamo vedere il Pilo del Piave con la Vittoria incatenata, una scultura di Arrigo Minerbi. Andando oltre, salendo verso un poggio, si giunge alla “nave nel giardino”. Si tratta della “Puglia”, un cacciatorpediniere della Regia Marina Militare Italiana che prestò servizio dal 1901 al 1923, anno in cui fu donata a Gabriele D’Annunzio che sistemò la prua e altre strutture nel giardino del Vittoriale.
Salendo ancora vi troverete davanti al Mausoleo degli eroi, dove il poeta è stato sepolto.
Seguendo il secondo percorso si arriva ai giardini, alla limonaia, al frutteto e all’Arengo che era un luogo dove, nel medioevo, la popolazione che si era sollevata contro i loro signori, si riuniva in assemblea per cercare una parvenza di organizzazione.
L’anfiteatro (1953) fu l’unica opera postuma costruita nel Vittoriale anche se fu progettato e iniziato tra il 1931 e il 1938. Ogni anno, nel periodo estivo, l’anfiteatro ospita una prestigiosa kermesse teatrale dove si sono esibiti cantanti stranieri del calibro di Patti Smith e Lou Reed.
Girovagando un po’ “a casaccio” nel parco e nel giardino del Vittoriale degli italiani, non possiamo fare a meno di ricordare le opere create dall’estro di Gabriele D’Annunzio. A ogni angolo, la sua “megalomania” ha dedicato il nome dei suoi personaggi, il ricordo delle sue imprese militari, dei suoi amori.
In parole povere, un luogo da visitare se vi trovate nei paraggi del versante bresciano del lago di Garda.
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