Articolo pubblicato su IUA n° 6, Anno III, Giugno 2016
Piccole onde in un mare piatto paiono cinguettare nell’universo di questo spaccato tra sassi e scogliere di Cervo. Potrebbe essere per ogni turista il concerto degli ascolti di trovatori con le loro canzoni trobadoriche cantate da una voce solista, eventualmente accompagna da uno strumento che ripeteva la stessa melodia della voce. Difatti l’ondina si tramuta in dita ad arpeggiare le alghe scivolando sulle scogliere, per poi evaporare al sole.
L’arte trovadorica si sviluppò in Provenza tra il 1070 e il 1220 circa, a due passi da noi, utilizzando la lingua in uso nella Francia meridionale, detta lingua d’oc, dalla particella affermativa che significava “sì”. Con i trovatori si sviluppò nell’Europa medievale una nuova sensibilità, che portò a dignità culturale, letteraria e artistica la musica profana; precedentemente infatti la musica elevata (cioè non da ballo o di intrattenimento) era destinata alle sole celebrazioni religiose.
La loro poesia raffinata ed elegante, anche se talvolta artificiosa, celebrava i valori dell’amor cortese e della bellezza della natura. E quale scenario è palcoscenico, se non questo empireo naturale che va dal Pilone alle Ciappe du Longu, potrebbe meglio prestarsi per accoglierli?!
Qui c’è tutta la scenografia e sceneggiatura teatrale e lo spazio sulle righe d’orizzonte per porvi nota su nota. Sì quegli spartiti i cui generi più diffusi erano l’alba, che descriveva il risveglio di due amanti; la ballata, una canzone da ballo; la pastorella, di ambiente campestre. Cervo è per antonomasia un mosaico tra mare, terra e cielo e conosce l’arte per dimostrarlo ogni giorno da alba a occaso.
Timbri e flussi musicali sono sulle labbra di Eolo portati dai dardi di Diana attraversando il Lucus Bormanni. Chissà quale drammaturgia avrebbero vergato e cantato i più importanti trovatori quali Guglielmo IX d’Aquitania, Marcabru, Bernart de Ventadorn, Arnaud Daniel, Raimbaut de Vaqueiras?! Se si appoggia l’orecchio ad una conchiglia, qui a Cervo tra il Pilone e le Ciappe du Longu, lo si può respirare.
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