Gentili lettori, ben ritrovati all’appuntamento mensile con le previsioni meteorologiche e buon 2025 a tutti quanti. Come di consueto iniziamo con un breve riepilogo di quanto abbiamo potuto osservare nel corso del mese di dicembre 2024. Nel precedente articolo avevamo fatto riferimento ad un vortice polare stratosferico molto forte (fatto oramai diventato consueto nel corso degli ultimi anni!) e ad una troposfera poco disposta a farsi “condizionare” per intero.
Ebbene il condizionamento si può dire che ci sia stato (e c’è tutt’ora) anche se per buona parte del mese abbiamo assistito ad un tempo piuttosto dinamico grazie ad un setting troposferico ancora improntato proprio al dinamismo con una discreta attività di quelle che in gergo tecnico vengono chiamate “onde”, ovvero, semplificando molto, gli impulsi delle alte pressioni ad erigersi verso le alte latitudini consentendo alle perturbazioni ed a discese di aria relativamente fredda di giungere fino alle medie latitudini come lo è il Mediterraneo.
In passato avevamo già accennato al fatto che quando si supera una certa soglia riferita al valore “NAM” (che indica di fatto la compattezza del vortice polare) è poi molto probabile che per un periodo di tempo che può oscillare all’incirca dai 40 ai 60 giorni, il vortice polare rimanga molto forte e quindi poco propenso a generare discese di aria fredda verso le zone più meridionali. Ad ogni modo la realtà non è così semplice e scontata in quanto vi possono essere delle eccezioni dovute a diversi fattori.
Nel caso specifico di dicembre 2024, come detto sopra, l’influenza del notevole raffreddamento della stratosfera è stata solo parziale così come probabilmente lo sarà anche nel corso del mese di gennaio. Di seguito postiamo un grafico (fonte Lamma Toscana) che ci indica come in data 05 dicembre si sia raggiunta la fatidica soglia del valore NAM di 1.5. Ad ogni modo subito dopo il valore è sceso per poi tornare nuovamente alto alla fine delle seconda decade del mese. Il colore blu indica il raffreddamento del vortice polare.
Se la colorazione è estesa a tutto il grafico, come possibile vedere nella parte più a destra corrispondente alla fine del periodo preso in considerazione, allora il condizionamento è tangibile su tutta la colonna d’aria, ovvero dalla stratosfera fino alla troposfera che è quella che alla fine determina il clima di casa nostra.
Sempre analizzando il grafico, si può riscontrare come nel corso del mese di dicembre, in corrispondenza dei giorni in cui il valore è tornato a scendere sotto 1.5, dal basso, ovvero dalla troposfera, è partita una colorazione di tipo rosso, segno questo di una vivacità della troposfera che in effetti ha determinato poi il tempo dinamico e la perturbazione fredda che ha coinvolto le regioni del centro-sud adriatico nel periodo antecedente al Natale.
La tendenza meteo per il mese di gennaio non appare per niente semplice e scontata. Diamo per certo che la primissima parte del mese risenta pesantemente del condizionamento di una stratosfera molto fredda (vedi ultima parte del grafico Lamma sopra postato) e ciò dovrebbe comportare in prevalenza tempo stabile sotto il dominio dell’alta pressione. Questo potrebbe determinare, soprattutto nelle pianure del nord, anche situazioni di inversione termica o nuvole basse.
Da valutare, subito dopo l’Epifania, una possibile nuova discesa di aria relativamente fredda ad interessare sempre le regioni del centro sud adriatico ma un vero cambiamento potrebbe avvenire subito dopo la metà del mese con un vortice polare meno compatto e la possibilità che l’Alta Pressione delle Azzorre porti i suoi massimi di pressione in corrispondenza della Scandinavia (Scand+) con conseguente importante irruzione fredda a colpire buona parte del centro-nord. Questo potrebbe essere l’evento più importante dell’inverno 2024/2025. A sostenere questa tesi è soprattutto un team di ricercatori ed appassionati di meteorologia che scrive nel sito e pagina facebook “CSCT”. Questi studiosi stanno elaborando un nuovo modello di previsione (PWAI) che prende in considerazione la cosiddetta attività d’onda durante la stagione invernale a partire dai dati osservati in autunno. Si tratta al momento di un modello sperimentale ma che per il mese di dicembre ha avuto una buona prestazione. Avremo modo con il prossimo articolo di febbraio di verificare la bontà o meno della tendenza per gennaio. Ancora auguri di buon anno a tutti i nostri lettori.
Le previsioni di gennaio 2025 by L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.