Editoriale del direttore

URSULA E IL LUPO

 Con una decisione che il WWF definisce “gravissima”, e che noi preferiamo aggettivare come “totalmente assurda”, la maggioranza qualificata dei rappresentanti degli Stati membri dell’UE ha approvato la proposta della Commissione europea dì declassare lo sato di protezione del Lupo, da “rigorosamente protetto” a “protetto”. Quell’avverbio, “rigorosamente”, che sembra essere solo un rafforzativo, è in realtà di fondamentale importanza.

Infatti, le specie faunistiche rigorosamente protette non possono in alcun modo, se non in casi estremi di pericolo per l’uomo e le sue attività, perseguite e uccise; lo stato di protezione semplice, invece, ammette che gli Stati, e, al loro interno, le singole regioni, possano deliberare di permettere una sorta di “caccia di selezione”, il cui limite è quello di non minacciare l’esistenza della specie – ma quella dei singoli individui, certamente sì.

A prescindere dal fatto che il lupo sia presente in modo consistente in alcuni Stati, ma in altri no, e che rappresenti un bioregolatore d’eccellenza, assicurando come predatore l’equilibrio tra le diverse specie selvatiche e prevenendo i danni che troppi ungulati possano infliggere al bosco, la notazione più incredibile è che tutta la procedura di declassamento è stata voluta  e agevolata dal Presidente sella Commissione UE, Ursula Von der Leyen, per spirito di vendetta nei confronti del Lupo, reo di aver ucciso un suo pony, Dolly, nel corso del 2023.

Se così fosse, saremmo in presenza di un giustificato motivo per ventilare forti dubbi sulle capacità della signora Ursula di continuare a guidare l’UE, dato che un dramma personale non può assolutamente condizionare le decisioni di una comunità di Stati.

Questa decisione è stata contrastata fortemente da più di trecento associazioni ambientaliste e animaliste europee, tra cui la Federazione Nazionale Pro Natura; ma le ragioni scientifiche portate contro l’approvazione del provvedimento evidentemente non sono bastate.

Naturalmente, il governo italiano non ha esitato a schierarsi nella fazione anti-lupo, e, coi suoi esponenti, a manifestare la propria soddisfazione per questa scelerata vittoria.

Nonostante che recenti sondaggi dimostrino che la gran maggioranza degli italiani siano favorevoli alla presenza dei grandi predatori. Nel prossimo dicembre la proposta verrà presentata per l’ultima votazione in seno al Comitato permanente della Convenzione di Berna per la conservazione della vita selvatica e dell’ambiente naturale in Europa. Da qui ad allora servirà un miracolo per evitare questo scempio, che probabilmente aprirà le porte ad altre decisioni analoghe, peggiorative per la fauna e gli habitat.

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