poesia pubblicata su Il Salotto n° 1, anno III, Gennaio 2023
Di notte il mare esce
si espande sulle minute della sabbia
inietta un pertugio, occhio-simbionte
con l’acqua di marea che lì ristagna
diventa il mare immaginato dai ragazzi
tra le sue stesse braccia lunghe
si rinnova al gesto
con l’ingordigia del viandante
senza fiato.
La sua memoria intatta si ripete
in rette azzurre gravide di trine
corredo bianco da riportare a riva
come una luce al faro sopra la tempesta.
Io arrivo sempre tardi
quando è placato e sogna di se stesso
mago che rende viva anche la terra
col suo incessante dondolio
di carne azzurra.
Amo il suo volto.
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