Articolo pubblicato su IUA n° 4, Anno III, Aprile 2016
Nella fredda serata invernale una stufa accoglie il pubblico che si raduna sulle pendici delle montagne bellunesi per ascoltare gli scrittori e i relatori a parlare di ecologia e ambiente, diritti e doveri, società e costumi, famiglia e abitazione. Una trentina di persone che hanno avuto il piacere di ascoltare gli autori, ma soprattutto di dedicare un paio di ore a un tema caro ai convenuti:
Ambiente e Rispetto
La cena, avvenuta in una sala in legno riscaldata da una bellissima stube, ha contribuito a cementare tra una chiacchiera e l’altra, scambi culturali, a far maturare progetti e proposte, tra le quali quella di una Rete, un collegamento tra operatori impegnati negli stessi progetti: l’altopiano bergamasco della Presolana, il territorio del Mugello, le montagne dell’Abruzzo, i monti della Sila, le cime delle Apuane… tutte realtà diverse che hanno in comune il rispetto dell’ambiente e l’amore per il patrimonio culturale e ambientale.
Un legame sottile che può facilmente scavalcare cime e passi e unire dialetti e parlate differenti nel ritmo della cultura e dell’arte, della storia e della comunicazione.
I programmi e le metodologie usate dai diversi gruppi nelle varie località sono molto simili tra di loro: si tratta solo di trovare un collegamento e una strategia per fare Rete e far circolare le diverse attività.
Il Centro Studi Montagna Sospirolese ha presentato, tramite due relatori – Teddy Soppelsa e Paolo Paganin – l’iniziativa “La montagna di mezzo: idee ed esperienze”. Il primo relatore ha proposto un excursus sul rapporto uomo-montagna nel passato e nel presente. Il secondo intervenuto ha giocato in casa presentando alcune sue recenti esperienze di escursionistica.
Ricca di spunti è stata l’introduzione di Soppelsa, che ha descritto differenze e similitudini tra il vivere in alta quota di un tempo, quando la montagna era luogo di lavoro e vita per l’uomo, e l’attuale modo di rapportarsi a essa, cioè da camminatore. E ha ricordato le corrette modalità di approccio e l’importanza di comprendere e rispettare la montagna, oltre a proporre esperienze di escursionismo in Piemonte e Alto Adige, ripetibili sulle vette bellunesi.
Di contro, Paganin ha poi svelato alcune sue escursioni lungo il sottogruppo del Pizzocco con alcuni amici; commovente la descrizione dell’incontro con l’alpinista Riccardo scomparso nella Val del Burt.
Tra i suggerimenti delle serate organizzate nei diversi incontri ritornano gli argomenti legati al rispetto del patrimonio dei sentieri, del panorama e del territorio, all’educazione ambientale che ancora lascia molto a desiderare, all’abitudine a non consumare l’acqua e le risorse primarie che già in molti paesi sono risorse rare. Soprattutto un monito: rovinare la bellezza dell’ambiente genera infelicità. Come ricorda il detto indiano “quando l’ultimo albero sarà tagliato e l’ultimo fiume prosciugato ci renderemo conto che il denaro non si mangia”.
In Camminando di Davide Sapienza (www.lubrina.it), attento scrittore rispettoso dell’ambiente, ci offre una serie di scorci paesaggistici e di itinerari attinti da viaggi a piedi percorsi nel Nord (in particolare in Scozia), ma non solo.
I concetti-chiave che ricorrono sono quelli eterni, di sempre: Rubha Hunish, un luogo fisico-ideale, che sa di meta e di oltre, e sembra come una promessa dietro ogni crinale od orizzonte; l’acqua, l’elemento liquido che scorre e ritorna senza posa, in una coincidenza di essere e divenire che ricorda la carica enigmatica del filosofo Eraclito, l’Oscuro, ma è anche intrisa dell’energia intima della Natura, che a sua volta è una musica fortemente intuitiva.
Una dimensione privata e cosmica: quella dell’Ognidove, che pare riecheggiare, rovesciandola, l’idea beatlesiana – cara a Davide Sapienza – del Nowhere Man. l’Everywhere, un concetto panico, che è evocativo di una dimensione personale (soggettiva) e geografica (oggettiva): contemporaneamente persona e luogo. I percorsi a piedi di Davide Sapienza tracciano un ponte tra la persona e le cose del mondo, unite dal passo, che segna il contatto intenso ed evoca l’unità dell’individuo con tutto ciò che esiste, sciogliendone la soggettività nell’universo dell’essere. “Camminando, ho imparato a stare fermo” come dice Davide Sapienza nel suo libro.
Prossimamente l’interessante programma a maggio
Le montagne dopo eventi estremi: declino o nuovi percorsi di sviluppo?
Convegno Internazionale organizzato da Rete Montagna, EURAC, Centro Internazionale per gli studi storici e geografici sull’Appennino
L’Aquila, Auditorium del Parco, 26-28 maggio 2016,
http://www.alpinenetwork.org/le-montagne-dopo-eventi-estremi-declino-o-nuovi-percorsi-di-sviluppo/
Come dicono gli amanti della montagna…”Quando arrivate in montagna, non siete padroni di tutto ciò che vi circonda, ma ospiti… ospiti di un ambiente naturale, ospiti del sogno di qualcuno, ospiti di chi vive quotidianamente questi luoghi… ospiti di un mondo degno del massimo rispetto.
Tutti noi nel nostro piccolo dobbiamo rispettare e amare quest’ambiente, la natura ed i suoi preziosi doni.
Vivere la montagna: Case Bortot (Belluno) by L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.