Poesia pubblicata su IUA n° 3, Anno VIII, Marzo 2021
C’è questa linea
che taglia in due il cielo
che sembra mare
poi torna cielo
poi mare ancora
per i ricordi miei
e i sogni
senza la cartavetro
dell’alba a giudicare.
Ed è un riquadro in cui mi tuffo
ignara
senza lo scatto della gioia
senza nemmeno l’ombra
di un incubo domestico.
Pura
quasi celeste premonizione aggiunta
colore libero che vola, così
anche se non solleva
i piedi dalla terra.
Donna che canta un altopiano azzurro
con dita rotte
a un passo dal crepuscolo.
Iole 22 febbraio 2021
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