In tempo lontano
delirio d’amore
negli sconquassi del corpo
tormento che piega all’inferno
felicità nei bagliori di un sole
e bruciare alla consunzione
eri tu il mare, la terra, la luna
nei tuoi occhi mondi d’incanto
da percorrere come per una magia
tu unica, tu l’insostituibile,
tu da rincorrere in ansia
un atroce sgomento
che mi potessi sfuggire
scansione di anni e decenni
sospesi tra ripulse e richiami
divaricazioni e fastidi
nelle usure del quotidiano
attese smarrite
una estraneità che si conclama
per ricomporsi in ritrovate armonie
gli alti e i bassi
dell’usuale convivere
ti ho ora vicina
non in deliri di mari o di cieli
o nelle tensioni sempre inconcluse
mi sei qui accanto
a percorrere lievi
i sentieri verdi delle colline
e d’inverno i boschi innevati
acciambellàti la notte
a godere il tepore dolce del corpo
anche una cena la sera
alla fiamma di tenue candela
in ansia se tossisci la notte
commosso quando mi spingi
a comporre per una poesia
dalle parole da riservare solo per te
felice con te
lungo la spiaggia
a mirare sulla sabbia
le tue orme accanto alle mie
mentre nell’azzurro
volteggia lieve il gabbiano.
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