Articolo pubblicato su IUA n° 11, Anno II, Dicembre 2015
Anticamera del mio medico, alcuni giorni fa. Mentre attendo il mio turno, ascolto la conversazione tra due anziani signori che sono seduti accanto a me. Uno è appena rientrato da una mattinata di caccia, a quanto pare con scarsi risultati, e si lamenta con l’amico del fatto che la selvaggina tradizionale (si riferisce a lepri, fagiani, ma anche fringuelli e altri uccelletti) è molto rarefatta, mentre cinghiali, daini e caprioli abbondano. Non so in che modo, si passa a parlare di lupi (che in effetti da queste parti ci sono) e vipere, e torna alla luce, di botto, un’antica leggenda, o se volete una bufala, che pensavo quasi scomparsa.
“I lupi son diventati tanti” – ragiona il vecchio cacciatore – “una volta erano scomparsi, poi gli ambientalisti ce li hanno buttati… così come le vipere, con l’elicottero, in sacchetti di plastica. Una volta, a caccia, abbiamo trovato il sacchetto con le vipere che stavano uscendo fuori…”
Mi balza davanti agli occhi una scena surreale: un elicottero da trasporto del Corpo Forestale (o del WWF, scegliete voi) che sorvola una zona boschiva, all’interno si accende una luce verde e risuona secco il comando del pilota: via, via, via, tutti fuori! Uno dopo l’altro, muniti di casco e occhialoni, una pattuglia composta da tanti Lupo Alberto in tuta mimetica si lancia nel vuoto, i paracadute sbocciano come fiori, i lupi, perfettamente addestrati, prendono terra, si liberano in un attimo di tutto l’armamentario e corrono via a far danni…
“E questa è fatta” – dice il pilota al suo secondo – ora puntiamo a nord, che dobbiamo paracadutare un centinaio di vipere sull’Appennino. Tu tranquillizza le ragazze, non hanno esperienza, i lupi hanno frequentato un apposito corso ma per loro è la prima volta… Di loro che comunque le terremo d’occhio, e in caso di necessità c’è pronto un elicottero di soccorso…”
Ritorno cosciente, nell’anticamera del medico. Il cacciatore e il suo amico non capiscono perché abbia cominciato a ridere e non mi fermi più. “Vada avanti lei, si vede che non si sente bene…”, mi fanno molto gentilmente. Entro dal dottore che ho ancora la risata a fior di labbra…
EPPURE QUALCUNO ANCORA CI CREDE!
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