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Editoriale

Il numero di dicembre di questa rivista è poliedrico, in quanto presenta articoli di varia tematica, tutti molto scorrevoli, cosa che sarà gradita ai nostri lettori. Contiene però anche un documento che Pro Natura Firenze ha inviato alla Regione Toscana, in cui si esprimono le nostre convinzioni circa un tema che è al centro del dibattito ambientale, la transizione energetica e il modo migliore per attuarla.Ormai è cogente per l’umanità abbandonare le fonti energetiche fossili – carbone, petrolio ecc. – per sfruttare, nel modo più compatibile con l’ambiente, le fonti alternative, legate direttamente o indirettamente al sole.
C’è chi evidentemente non riesce ancora a comprenderlo, e, purtroppo per tutti, questo qualcuno è stato eletto Presidente degli Stati Uniti. Trump, infatti, ha dichiarato che favorirà la trivellazione di nuovi pozzi petroliferi e iniziative parimenti dannose per gli equilibri naturali.
Essere negazionisti di fronte ai danni conclamati della crisi climatica in atto e procedere come se niente di grave stia avvenendo sul nostro Pianeta è – lo dico fuori dai denti – o da pazzi o da criminali. O da ambedue.
Esiste una notazione ancora peggiore: Trump ha numerosi seguaci – o lacchè – negli altri continenti, Europa compresa, pronti a far peggio di lui, se possibile. Tutto questo avrà rilevanti conseguenze per ognuno di noi, soprattutto per i più giovani, che dovranno affrontare un futuro molto pesante.
Chi spera che la questione energetica sarà risolta ricorrendo alle centrali a fusione nucleare – ad es. la nostra premier, Giorgia Meloni – non ha specificato quali siano realisticamente i tempi per venire a capo degli enormi problemi tecnici che pone la fusione nucleare controllata: un decennio se si è molto ottimisti, due o più se si vuol essere positivi senza esagerare.
Ma di tempo ormai non ne abbiamo più, almeno in questa misura, come si affannano a gridare quasi quotidianamente i massimi esperti scientifici… A parere di chi scrive, il gioco che consiste nell’indicare come dovuta alla responsabilità collettiva la drammatica situazione attuale, ormai mostra la corda. I veri, unici responsabili sono annidati nelle lobbies politico-economica che dominano il Pianeta ormai da decenni. La responsabilità di ognuno di noi è prenderne coscienza prima che sia troppo tardi… e agire di conseguenza.
Ma, intanto, auguro a tutti i nostri lettori di trascorrere serenamente le prossime Feste!


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Le parole si fanno dense dopo ogni ritorno. Spesso, vacanze, solitudini, tempi sospesi, rendono liquido e quasi trasparente anche un tracciato in linea retta di parole, quasi come fosse uno steccato da tirare su, paletto dopo paletto, parola dopo parola. Quando arriva autunno e ci troviamo nuovamente in prossimità di quella strada, vicini all’ingresso di un bosco o di una radura silenziosa, carichi di nuove promesse o intenzioni come di un mazzo di foglie fruscianti dipinte nelle più belle tonalità di arancione, calde e croccanti come un nuovo giorno da affrontare sorridendo davanti a un sole appena sorto, allora è come se le vedessimo per la prima volta quelle parole, pronte a fondersi rilasciando buoni profumi come scie da seguire, tracce visibili dentro giornate di pioggia. Ed ecco che ci ritroviamo, qui o altrove, ad accoglierle, le paroline zitte che hanno ripreso a parlare dopo che il caldo incredibile dell’estate le aveva mescolate, confuse, quasi sciolte. Qui ne raccogliamo un po’, ripartendo dalla striscia di sabbia dove l’onda le aveva posate distrattamente, quasi senza pensarci. Un inizio per un nuovo cammino, tra valli e colline, tra noi e gli altri, in mezzo a ciò che siamo, distintamente e nitidamente, infine.
Buone letture.
Iole Troccoli

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