Articolo pubblicato su IUA n° 4, Anno VI, Aprile 2019

Giovane esemplare di Felis Lybica Sarda nelle campagne di Villagrande Strisaili in Ogliastra – Fonte: Autore Biddamanna
Wikipedia – https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Felis_Lybica_Sarda_(Gatto_selvatico_sardo).jpg CC BY-SA 4.0

Qualche giorno fa, l’amico Duccio Berzi, biologo ed etologo molto noto in Toscana e altrove, ha postato su Facebook la foto di un felino ritrovato, purtroppo morto non si sa per quali cause, in un bosco in provincia di Firenze, in località, manco a dirlo, chiamata Gattaia. A quel che si nota dall’immagine, sembra proprio trattarsi di un Gatto selvatico (Felis Silvestris), il piccolo felino che sta al Gatto domestico più o meno come il Lupo sta al Cane.

Gli accertamenti tramite analisi del DNA, di cui è incaricata ISPRA, ci diranno se effettivamente si tratta di un esemplare di raro Gatto selvatico o di un ibrido, per ora si tratta dell’unica testimonianza “materiale” (le trappole fotografiche ne hanno immortalati molti altri) della presenza in questa zona di un piccolo predatore così elusivo da essere avvistato solo in casi veramente sporadici: eppure è presente, da sempre, nelle zone boschive dell’intera penisola, anche se, qualche decina di anni fa, era considerato pressoché estinto.

Il Gatto selvatico non si distingue tanto da quello domestico per le dimensioni, che sono più o meno le stesse, bensì per i caratteri del mantello e della coda, che in genere porta, ben visibili, degli anelli neri ed è più folta di quella dei mici di casa nostra; inoltre, il dimorfismo sessuale che caratterizza la specie è accentuato (femmine di colore più chiaro, così come i giovani).

Per fortuna, le testimonianze della presenza di questa affascinante creatura dei boschi si sono, in questi ultimi anni, moltiplicate, segno che la specie si sta numericamente riprendendo, forse per la ritrovata abbondanza di piccole prede (scoiattoli, altri roditori ecc.) come per l’ampliamento delle aree boschive in tutto il Paese. Da notare che questo predatore è presente anche in Sardegna e in Sicilia (sicuramente, per quest’ultima isola, nel Parco delle Madonie).

Se c’è una caratteristica “sociale” che accomuna il gatto selvatico e quello domestico essa è, per certo, l’accentuato individualismo. Solo nell’epoca degli amori maschi e femmine si frequentano, anzi è la femmina a scegliersi il proprio compagno. Come per i mici di casa nostra, le femmine vanno in estro tra febbraio e marzo, per poi condurre una gestazione di circa settanta giorni. I piccoli, normalmente quattro, quando nascono pesano circa 120 grammi e vengono accuditi dalla madre per l’allattamento per circa quattro settimane.

Poi, durante i mesi estivi, può verificarsi una seconda gestazione, con parto all’inizio di settembre.

Come per il cane e il lupo, così anche tra il Gatto selvatico e il Gatto domestico è possibile l’ibridazione, e questo costituisce un pericolo non da poco per la conservazione di questo raro felino.

Probabilmente, nessuno di noi avrà modo di osservare un gatto selvatico in natura, dal vivo, anche se, personalmente, io continuo a sognare un incontro del genere, così come quello con un altro animale ormai divenuto leggendario, la lontra…

Comunque sia, bentornato, Supergatto!

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CC BY-NC-ND 4.0 TOSCANA: IL RITORNO DEL… SUPERGATTO! by L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.