a cura di Gianni Marucelli
Sta facendo scalpore, soprattutto sul web, l’iniziativa presa dal Presidente della Commissione Agricoltura della Camera, on. Gallinella (sul nome si sono sprecate le battute…), appartenente al Movimento 5 Stelle, di avanzare una proposta di Legge (sarebbe la n. 982) che, tra l’altro, prevede di estendere le attività di “controllo faunistico” a tutto l’anno solare.
Si tratta di un provvedimento in gran parte ricalcato sulla famigerata Legge Remaschi della Regione Toscana, già attuata da due anni e ora estesa per altri tre, che di fatto apre la caccia a tutti gli ungulati (cinghiali, caprioli, daini ecc.) per dodici mesi su dodici.
Ora, la proposta di legge del pentastellato, modificante la L.157/92, prevede che a sparare sia il personale autorizzato, non si sa se comprendente i cacciatori di selezione, ovvero coloro che abbiano conseguito una particolare licenza in ambito regionale per questo tipo di attività venatoria; la notizia ha stupito in quanto i “grillini”, almeno in parte, si sono sempre proposti come paladini dell’ambiente e degli animali.
Gallinella si sarebbe giustificato affermando che, come Presidente della Commissione Agricoltura, ha agito nell’interesse dei coltivatori i cui campi subiscono danni da parte degli animali selvatici (cinghiali in primis), un problema indubbiamente reale, che tuttavia pensare di risolvere solo a fucilate è illusorio e pericoloso, come dimostra l’esperienza toscana.
Infatti, pur con l’abbattimento, nei primi venti mesi di validità della legge, di più di 215.000 capi (una vera e propria strage, comunque la si pensi), i risultati, per quanto riguarda la tutela delle colture, sono stati ineguali e decisamente non risolutivi, come attesta la decisione di prolungare per altri tre anni una misura che era stata pensata con obiettivi temporali limitati.
Ma torniamo alla proposta di Gallinella e c.: questa prevede che a sparare possano essere anche i proprietari dei terreni interessati, se muniti di licenza di caccia: ciò comporterebbe, alla fine, un difficile controllo da parte degli agenti delle polizie provinciali (i cui organici, a quanto ci risulta, sono assai deficitari) e una virtuale apertura a ogni tipo di abuso (chiamiamolo pure bracconaggio legalizzato).
Per ora, nessuno ha speso una parola sulle iniziative, diverse dall’abbattimento, che, a costi limitati, possono essere messe in atto per dissuadere gli animali che danneggiano concretamente i coltivi; a dire il vero, girando per le campagne della Toscana, non è che io ne veda molte.
Eppure esistono: oltre alla dissuasione elettronica programmata mediante suoni e luci, vi sono i dissuasori olfattivi, quelli del gusto (diversi da specie a specie), le recinzioni elettrificate a bassa tensione, pensate specificatamente in base al comportamento di cinghiali, oppure caprioli e così via… e altro ancora.
Sarebbe troppo lungo elencarle tutte qui, ma possiamo rinviare a un link relativo a un articolo elaborato dall’Università di Firenze. Quindi, non possiamo essere tacciati di anti-scientificità!
Eccolo:
Tutto questo, naturalmente, a prescindere dalla rifusione dei danni agli agricoltori danneggiati prevista dalle leggi regionali, che magari in qualche caso non copre interamente il costo del danneggiamento, ma è comunque non irrisoria.
Infine, lasciateci spendere due parole sincere contro chi, come l’assessore regionale toscano all’Agricoltura, Caccia e Foreste, da una parte pretende di limitare il numero degli ungulati e dall’altra vorrebbe che, nel contempo, si aprisse all’abbattimento di coloro che sono i veri, efficacissimi ed ecologici “cacciatori di selezione” di cinghiali e c.: i Lupi.
Quando si dice, un politico dalle idee limitate, ma confuse…
E le Gallinelle? Lasciamole cuocere nel loro brodo pre-elettorale…
CACCIA: UN INASPETTATO VOLTAFACCIA “A 5 STELLE” by L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.