Carissimi lettori, salutiamo il nostro nuovo collaboratore Federico Soffici (che conosco sin dai tempi della mia frequentazione sul sito di scrittura www.liberodiscrivere.it – n.d.r.) con un suo bellissimo articolo-racconto su Castel del Monte.
Alberto Pestelli, coordinatore di redazione.
Castel del Monte
Articolo pubblicato su IUA n ° 4, Anno V, Aprile 2018
Immerso in quel mare verde con la prua al vento a sorvolare di bolina quello smeraldo scuro. In compagnia di uno spicchio di luna e tante tante stelle a fare da guida. La rete magica del cielo mi portava verso l’Isola. L’isola come un fulcro, un ombelico, un centro del mare di ulivi dalle foglie bicolori, quasi un più e un meno, foglie furbe a prendere tutta la luce ma a riflettere la luce. Tutto era pronto per l’approdo. Il vento teso come una pelle di tamburo mi accompagnò quasi sotto quelle mura. Castel del Monte, un castello, un palazzo? Una torre antica con impazzite tutte le linee geometriche che dal basso partivano verso il cielo, ognuna vorace per arrivare prima alla stella più vicina, a formare il reticolato come un cesto carico di mura e stelle e profumi lontani. Parcheggiare l’auto? No, meglio approdare la barca in quel mare verde di ulivi secolari. Subito il respiro delle mura. Un Titano dormiente, con l’alitare cadenzato nel tempo. E subito il destare della Geometria, il ridere degli angoli. L’ironia feroce dei trapezi. L’allegria tragica dell’ottagono obbligato a vivere in eterno girando su se stesso come un architetto impazzito e sconvolto dal vento e il tempo nel vento. Camminai con passi incerti quelli del marinaio che soffre di mal di terra. A pelle percepii l’importanza del luogo, una cattedrale a cielo aperto lì, possente a celebrare la Matematica e i suoi misteri, io come un sacerdote scalzo di fronte al simulacro della Divinità a calpestare quadrati, triangoli, cerchi e reticolati geometrici. Mistero del numero d’oro. Mistero della vita, un alito di vento forte, un colpo e la serie di Fibonacci, mi passa accanto ridendo come un mistero con le ali. All’interno il silenzio, quello vero, quello non interrotto dai rumori della natura, dall’abbaiare lontano dei cani che nuotano nel verde. I portali aperti, le finestre sdentate sui muri pallidi, le scale interne con il freddo procedere dei gradini sotto i piedi, uno, due tre, e poi… 1,1,2,3,5,8,13,21,…, mi viene da ridere in quel disordine ordinato dei numeri. Quelle mura sono dure e porose come gli abitanti di quel mare verde. Un popolo abituato a comprendere le linee del reticolato verso il cielo.
Poi i rumori si placano, anche la geometria dorme, si riposa prima del grande balzo. Arrivo in cima ad una torre ottagonale, e metto fiero il viso verso est. Sfidando con tutta la mia anima la genesi del giorno, sono il padrone di Castel del Monte, il capolavoro del mistero, il monumento che respira nel tempo, che agita fantasmi con gli angoli in ordine durante la notte. Guai a pensare ad un semplice monumento a guardarlo con l’occhio nel navigante della Domenica, guai si zittisce e non ti regala nulla. Invece sono in attesa del raggio con i piedi sulla pietra fredda a percepire il ticchettio della serie geometrica. Ecco, arriva, è arrivato l’altro Dio quello luminoso, tutto si affievolisce, l’ordine sacro di Castel del Monte notturno svanisce, lascio con discrezione quell’altare quelle mura quegli angoli ai marinai del giorno, riprendo la barca apro la vela e metto la prua a sud. Vento in faccia, poi mi giro, un’ultimo sguardo a Castel del Monte, al Titano della notte al Gigante del giorno.
Federico Soffici
Marzo 2018
La redazione ringrazia il nostro amico e collaboratore Carmelo Colelli per averci inviato alcune sue fotografie di Castel del Monte per l’articolo di Federico Soffici.
Fonte delle fotografie
- https://www.andriaviva.it/notizie/castel-del-monte-concerto-per-violoncello-il-1-ottobre/
- https://www.greenme.it/viaggiare/europa/italia/puglia/24030-castel-del-monte
- http://www.altrogiornale.org/castel-del-monte-un-tempio-iniziatico/
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