Articolo pubblicato su IUA n° 11, Anno IV, Dicembre 2017
E’ forse dal 2010 che il mese di dicembre non mostra più i veri connotati invernali così come invece dovrebbe essere fin dai primi giorni, in quanto, come più volte scritto su questa rubrica, l’inverno meteorologico inizia il 01 dicembre. Siamo ben contenti di poter confermare oggi quanto già avevamo ipotizzato nell’ultimo articolo pubblicato nei primi giorni del mese di novembre; dopo molti anni, finalmente, l’inverno sembra voler partire in maniera molto dinamica con ripetuti affondi freddi di origine prevalentemente artica che, rispetto agli anni passati, almeno nella prima parte, andranno a coinvolgere maggiormente il centro-nord della penisola. Il perchè di tutto ciò sta in una parziale modifica degli equilibri termodinamici del pianeta; in particolare mi riferisco alle anomalie delle temperature superficiali degli oceani ed all’assetto che assume il vortice polare. L’inverno 2017/2018 sembrerebbe poter essere una stagione di transizione fra gli ultimi 3-4 inverni prevalentemente miti e dominati dall’alta pressione ed i prossimi che invece, eccezioni a parte, dovrebbero essere via via sempre più freddi almeno per quanto riguarda il Mediterraneo.
Rimanendo in tema, dopo la prima perturbazione relativamente fredda che ha interessato l’Italia fra il 26 ed il 27 novembre, nei primissimi giorni di dicembre dovrebbe giungere un nuovo impulso artico, con possibilità di neve a quote collinari sul centro Italia. Purtroppo non è da escludere che in questa prima fase il nord-ovest del paese, zona maggiormente colpita dalla siccità, rimanga ancora a guardare, a causa della cosiddetta “ombra pluviometrica” dovuta alla disposizione dei venti ed alla protezione, questa volta negativa, offerta dalle Alpi. I modelli fisico-matematici per il proseguo continuano a prevedere la possibilità di ulteriori affondi di aria fredda sempre artica o comunque polare-marittima. La caratteristica di questi tipi di aria fredda è quella non tanto di portare delle temperature gelide come quelle che provengono dall’est-Europa e dalla Siberia, ma di riversare facilmente il freddo nei bassi strati, in occasione delle precipitazioni più intense. In poche parole molte montagne, ma anche colline, dovrebbero facilmente rifarsi il trucco per buona parte del mese e non è da escludere che, in alcune occasioni, con l’avanzare della stagione, la neve non arrivi anche in molte zone pianeggianti.
Tutto ciò accade in quanto quest’anno sembrerebbe che l’alta pressione delle Azzorre voglia salire a nord per i meridiani (fino oltre la Groenlandia), piuttosto che coricarsi sui paralleli, invadendo o proteggendo (a seconda dei gusti!) il Mediterraneo. Sul suo bordo orientale saranno inevitabili, per la legge della fisica, le discese di aria fredda. Fra una colata e l’altra vi saranno sicuramente dei periodi più miti, ma ad oggi non si vedono segnali di una stabilità duratura e questo è sicuramente un buon segnale per la sete di acqua che ha il nostro territorio. Volgendo lo sguardo molto in avanti, tradizionalmente nel periodo natalizio il vortice polare tende, almeno temporaneamente, a rinforzarsi e ciò determina tempo stabile nel nostro paese; noi però con spirito ancora fanciullesco proviamo ad augurare un bianco Natale a tutti i nostri lettori!!
Alessio Genovese
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