Articolo pubblicato su IUA n° 8, Anno IV, Settembre 2017
Sono convinta che ognuno di noi ha una casa del cuore: un luogo dell’anima prima ancora che geografico, un crocevia, in cui le radici della nostra storia si intersecano con la cultura e la storia in cui è collocata. È la casa in cui sentiamo di essere pienamente noi stessi: spesso lontana dai luoghi di vita consueti, a volte perduta nelle vicissitudini della nostra vita, a volte, invece, ritrovata per intrecci di cui ci sfugge pienamente la trama. In tutti questi casi ne sentiamo potente il richiamo, ciclicamente, e siamo o saremmo disposti a investirci tempo, risorse, energie: per mantenerla viva o ridarle vita, quando ce la ritroviamo tra le mani o vicina, in apparenza spenta e magari un po’ malandata.
Tutto questo ci suggerisce che, forse, la “nostra” casa è stata teatro di situazioni o relazioni che ci hanno fatto diventare quello che siamo, e che su di essa proiettiamo anche ciò che vorremmo o potremmo diventare in futuro. Oscuramente, sentiamo che trasformarla e darle vita ha a che fare con le nostre personali trasformazioni, e con la nostra stessa vita. Teatro di antiche relazioni, può diventare il centro di rapporti nuovi e vitali, rivelandoci in maniera visibile e concreta il dono della possibilità.
Anche per questo, forse, ne amiamo il territorio e la sua cultura. Ogni casa del cuore, infatti, non è mai un castello isolato: più spesso è un intreccio di panorami e visioni, lingue e cucine, odori e ritmi di vita, storia. Ce ne sentiamo contagiati e pure un po’ estranei.
Le storie delle case del cuore sono tutte diverse, ma anche un po’ simili. C’è chi l’ha riscoperta dopo anni di assenza, chi l’ha mantenuta e vissuta senza interruzioni, chi ne è entrato in possesso quando ormai credeva di averla perduta. Qualcuno, anche, scopre la propria casa del cuore lontano dalla propria storia e dalla propria cultura, magari all’estero. Allora, sono il luogo e la collocazione che accendono l’interesse e l’attaccamento: quasi un sentirsi finalmente a casa, in un contesto in cui non avremmo mai immaginato di poter vivere. Al di là di storie e collocazioni, la casa del cuore è sempre un’occasione di trasformazioni e cambiamenti anche profondi, di riparazioni interiori mentre, con amore e lentezza, ne ripariamo e recuperiamo le mura e il possesso, o anche quando la sogniamo senza mai poterne usufruire. Una sorta di catalizzatore di significati e di consapevolezze, che emergono spesso dopo anni. E una scoperta di luoghi, storie, persone e culture che ci arricchiscono e possono renderci la vita più piena.
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