Articolo pubblicato su IUA n° 7, Anno IV, Luglio-Agosto 2017
New York è irriconoscibile: niente più torri e grattacieli, ma un’immensa metropoli coperta…
Così inizia una delle tante quarte di copertina del famoso romanzo di Isaac Asimov “Abissi d’acciaio”. La sua popolazione, come nelle altre città di tutto il mondo, vive al coperto sotto un’immensa cupola d’acciaio, al riparo dalla luce, dall’aria esterna, al riparo dal sole che può bruciare la loro pelle delicata, dall’inquinamento delle industrie e da secoli di cecità umana.
L’umanità vive accalcata in abitazioni simili a nidi di vespa. Si ciba con lieviti insaporiti artificialmente in mense comuni. Anche i bagni sono collettivi…
Asimov ha immaginato una società pseudo-socialista per il suo romanzo. Società che ha condotto l’umanità al disastro demografico ed ecologico.
Abissi d’acciaio sembra quindi una profezia solo che, se un giorno vedremo tutto questo, la colpa non sarà solo del socialismo ma soprattutto del capitalismo senza più freni. Un capitalismo spudorato che ha e antepone ancora il presente del tutto e subito senza limiti al futuro dei propri figli… brutto dirlo, ma per il profitto tutto è sacrificabile, anche i figli!
Anche se limitato, l’accordo di Parigi, costituisce un passo davvero importante per salvare il nostro pianeta e, naturalmente, noi… l’umanità. Tutto si può migliorare anche senza chi non ha occhi e cervello! Basta volerlo… e la volontà sembra esserci dopo aver ascoltato le parole del governo cinese e indiano.
Forse non sarà Trump a far costruire la prima cupola nei tanto amatissimi Stati Uniti d’America… Con il suo sogno che tende a portare il primato della sua nazione su tutto il mondo, come se, sulla faccia della terra, contasse solo quel che fanno gli americani… gli altri sono solamente un disturbo per i suoi piani di novello oligarca!
Non costruirà la cupola su New York o su altre città americane ma potrebbe essere lui stesso a porre la prima pietra per sotterrare il futuro dell’umanità negli abissi d’acciaio al riparo dal sole, dall’aria irrespirabile, dalle malattie… i nostri pronipoti che cosa avranno in eredità dal suo capitalismo? Viaggiando nel futuro, come progettato dalla miopia spietata di certo potere e senza aver bisogno di tanta fantasia – un po’ concedetemela… – il sole diventerà un’entità astratta che potrà essere visto su qualche fredda immagine antica, l’aria sarà artificiale e riciclata, resa gradevole con qualche essenza ricavata dalla distillazione di composti organici aromatici policiclici derivati dal petrolio: si continuerà a inquinare anche sotto le cupole…
Il cibo avrà il gusto della segatura e ci saranno nuove malattie che potranno essere curate solo se si possiede un’assicurazione dai prezzi impossibili. Senza contare le patologie dell’anima: la paura di piombare nel vuoto di un’esistenza robotica e in fila per tre…
E se Asimov avesse visto il nostro futuro per davvero? by L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.