Articolo pubblicato su IUA n° 5, Anno IV, Maggio 2017
L’ISOLA DI GORGONA, UN GIOIELLO NATURALISTICO DELL’ARCIPELAGO TOSCANO
– seconda parte –
di Guido Moggi*
Il prof. Guido Moggi, illustre botanico dell’Università di Firenze e, con i suoi 90 anni, decano dei Soci di Pro Natura Firenze, pubblicò nel 1990 il saggio che qui riproponiamo, con l’intento di rendergli il dovuto omaggio in occasione della visita dell’isola programmata per il prossimo Aprile da questa rivista e dall’Associazione citata. La Redazione ha apportato qualche marginale modifica al testo originale, adeguandolo alle mutate circostanze storiche. Pubblichiamo la seconda parte del presente saggio sia sul nostro sito sia nella rivista scaricabile in PDF del mese di maggio. Inoltre, entro breve verrà pubblicato un mini-e-book scaricabile gratuitamente direttamente dal sito della nostra rivista.
Peculiarità geografiche e floristiche
Come si è detto, la Gorgona è un’isola rocciosa, piuttosto aspra, di forma grossolanamente quadrilatera, con i tre versanti esposti a nord, ovest e sud ripidissimi e impervi, quello esposto a est, meno aspro, è solcato da tre vallette parallele che sfociano, da nord a sud, alla Cala dello Scalo – l’attuale unico approdo dell’isola – a Cala Martina e a Cala Scirocco. I versanti ovest e sud sono molto uniformi e praticamente inaccessibili; quello nord presenta un’ampia e splendida insenatura, Cala Maestra, dove è ancora visibile un antico approdo dei monaci certosini, che portava, attraverso un sentiero a scalini scavato nella roccia, fin sul crinale in corrispondenza dell’antico cimitero.
Era questo evidentemente un secondo accesso possibile (oggi in completo disuso e impraticabile), nei periodi in cui lo scirocco rendeva impossibile l’approdo alla Cala dello Scalo. Il versante est è quindi quello più aperto, dove si sono potute insediare le abitazioni e le colture fin dall’epoca dei certosini. I pendii tra le vallette anche sul versante est scendono dirupati verso il mare, coperti da una macchia fitta e rigogliosa; qua e là presentano alcune grotte marine, in una delle quali sembra che in un passato non troppo lontano abbia trovato rifugio anche la foca monaca.
L’isola è lunga appena 2 km (da nord a sud) e larga 1,5 km; culmina a Punta Gorgona (mt. 255).
Il substrato roccioso è costituito prevalentemente da scisti per tre quarti dell’isola; solo nel settore nord-est affiorano delle rocce ofiolitiche che danno un caratteristico colore verde ai dirupi. Questi scisti si alterano rapidamente sotto l’azione degli agenti atmosferici e danno luogo a un suolo sabbioso piuttosto profondo, molto fertile, che permette l’insediamento di una vegetazione lussureggiante che cresce con eccezionale vigoria. Ciò spiega perché, nelle zone dove le colture vengono abbandonate per due o tre anni, la macchia con i suoi componenti (eriche, pini, mirti ecc.) vi si insedia di nuovo e si sviluppa con straordinaria rapidità.
Il clima è di tipo mediterraneo, con estati asciutte e inverni piovosi; le piogge variano moltissimo da un anno all’altro e contribuiscono a creare un substrato che non si presenta mai eccessivamente arido. L’elemento climatico determinante è però il vento che, data la posizione e l’isolamento di Gorgona, spira in continuazione e spesso con violenza, tanto da manifestarsi anche nelle forme prostrate che assumono le piante. L’acqua non manca nell’isola: a parte i pozzi di Cala Martina, scavati già nel ‘700, esistono altre sorgenti e falde mediamente profonde che assicurano un rifornimento idrico sufficiente a tutti gli abitanti.
Il centro principale dell’isola è costituito dal piccolo villaggio situato intorno al porticciolo: qui vivono ormai solo poche persone (8, dato del 2013 n.d.r.) che sono gli ultimi eredi delle famiglie che hanno abitato più o meno continuativamente nell’isola da molti decenni e talora da secoli.
La famiglia Citti, ad esempio, è legata alla Gorgona da almeno quattro secoli, come testimoniano le tombe con questo cognome presenti nel piccolo cimitero. Intorno al villaggio sono situati i fabbricati della Colonia Penale; domina il tutto la bella Torre Nuova, restaurata nel 1989. Nel resto dell’isola sono sparsi pochi altri edifici in parte utilizzati per gli scopi della Colonia.
L’isola è percorsa da numerose strade e stradette che collegano tra loro le costruzioni e le loro aree agricole e rendono quindi agevole la visita; esse furono costruite quasi tutte nell’800 per gli usi della Colonia. In alcune zone impervie piccoli e tortuosi sentieri permettono di accedere anche ai versanti più ripidi, fornendo splendide vedute sul mare, sulla macchia e sui numerosi uccelli che popolano l’isola. (…)
A chi visita Gorgona alla fine di Aprile, questa si presenta a causa dei suoi colori con un aspetto del tutto imprevedibile e appariscente, enormemente suggestivo: avvicinandosi dal mare infatti colpisce la sua colorazione azzurrastra o violacea, purtroppo molto fugace perché non dura più di 10-15 giorni. E’ la fioritura del rosmarino che, abbondantissimo nella macchia, al momento de massimo rigoglio conferisce all’isola, anche da lontano, un’inconfondibile colorazione bluastra, che non si può assolutamente dimenticare.
La macchia a rosmarino è infatti l’aspetto predominante della vegetazione: essa occupa buona parte dell’isola, specie dove la pineta non può inerpicarsi, e in particolare sui lati periferici, sui dirupi, dove gli arbusti della macchia si insinuano e si diffondono con portamento prostrato. Al rosmarino si mescolano l’erica, il mirto, il lentisco, i cisti, le filliree, il corbezzolo, il leccio, mentre rari sono il ginepro fenicio, l’orniello e l’alaterno. Nelle parti centrali di Gorgona e sui lati delle vallette domina il pino d’Aleppo con splendide pinete, alle quali nelle zone esposte a nord si alternano alcune, piccole leccete e qualche lembo di pineta di pino marittimo, d’origine chiaramente artificiale. Sulle rocce presso il mare è frequente la vegetazione rupicola litoranea, costituita dal finocchio di mare (Crithmum maritimum L.), dalla cineraria marittima (Senecio cinerario D.C.), che ravviva d’estate coi suoi cupolini gialli le rupi costiere, e dall’interessante statice della Gorgona (Limonium Gorgonae Pign.), l’unica specie veramente endemica dell’isola.
La vegetazione antropocora (aree coltivate, incolti, muri, scarichi ecc.) si rivela di un certo interesse, specialmente a causa della velocità con cui si modifica da un anno all’altro; mentre di grandissimo rilievo è la vegetazione igrofila, ormai ridotta a pochissime aree (Cala Scirocco, Cala Marcona).
Particolare interesse merita l’esame del comportamento della vegetazione sui terrazzamenti abbandonati e sui sentieri disattivati. Per i motivi sopra esposti, qui la vegetazione si reinsedia con velocità sorprendente, a partire dal Pino d’Aleppo e dall’erica; e non è raro vedere vecchi terrazzi ancora provvisti dei muretti di sostegno immersi in dense pinete con alberi di 7-8 metri di altezza e 30-40 cm- di diametro. I sentieri abbandonati dopo due o tre anni sono già rinchiusi nella macchia e divengono pressoché impraticabili; e nei luoghi più freschi ed esposti a nord se vi penetra il rovo questo crea una muraglia spinosa assolutamente invalicabile.
Altrettanto interessante si è rivelato lo studio della flora compiuto dal 1987 al 1990 da parte di alcuni ricercatori dell’Università di Firenze (Moggi et al., 1990), che segue poche altre esplorazioni compiute soprattutto dal 1844 al 1912.
Moltissime sono le specie trovate da noi e non segnalate dagli autori precedenti. (…) Fra queste, meritano di essere segnalate: Medicago arborea L., una leguminosa caratteristica della fascia tirrenica della Toscana, ma assente finora nell’Arcipelago; alcune Romuleae, graziose iridacee a ciclo brevissimo e a fioritura precoce; alcune orchidee (come Epipactis helleborine L. (Crantz), E. microphylla Swartz, Spiranthes spiralis Chevall., ecc.).
Ma gli aspetti più interessanti della flora della Gorgona sono rappresentati da quelle specie rare o a distribuzione molto localizzata che trovano nell’isola un ambiente di rifugio. (…) Fra queste si possono ricordare: Limonium Gorgonae Pign., una statice esclusiva dell’isola, Scrophularia Trifolata L., una vistosa scrofulariacea a fioritura estiva distribuita in Sardegna, Corsica, Montecristo e Gorgona, localizzata qui solo in un’angusta valletta a Cala Scirocco, Urtica atrovirens Req., un’ortica diversa dalla specie comune e distribuita in Sardegna, Corsica e Arcipelago Toscano; Teucrium Marum L., la cosiddetta “erba dei gatti”, a fioritura estivo-autunnale, dai vivaci colori rosso carminio, diffusa dalla Sardegna all’Arcipelago e in poche altre zone vicine; e così ancora numerose altre.
Anche alcuni alberi presentano un certo interesse dal punto di vista storico o naturalistico per la loro rarità o per il loro portamento: la sughera, presente sull’isola con due soli esemplari; la farnia, localizzata in una valletta fresca; e ancora il castagno, probabilmente introdotto nell’800, l’alaterno, presente con poche maestose piante, il sommacco, forse introdotto alla fine dell’800 per ricavarne tannino per la concia delle pelli e ora completamente inselvatichito.
Occorre ricordare, infine, che se l’isola ha mantenuto intatte le sue caratteristiche naturali lo si deve in buona parte alla presenza della Colonia Penale che, impedendo lo sbarco indiscriminato di visitatori, curiosi, cacciatori ecc. ha permesso la conservazione degli aspetti primitivi più significativi.
L’istituzione del Parco e le moderate ma disponibili aperture effettuate dalla direzione della Colonia Penale hanno permesso alle persone veramente interessate il godimento degli aspetti naturali di Gorgona, favorendo anche la realizzazione di un sistema di salvaguardia dell’ambiente altrimenti difficilmente operabile (quest’ultimo brano è stato in parte rielaborato dai curatori dell’attuale edizione n.d.R.).
N.B. La prima edizione di questo saggio è apparsa sul Bollettino IRIS del 1990.
Galleria fotografica
Legenda delle immagini
- Crithmum maritimum (finocchio marittimo) – wikipedia, pubblico dominio.
- Cineraria maritima – wikipedia, pubblico dominio.
- Medicago arborea – wikipedia, By A. Barra – Own work, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2897576
- Epipactis helleborine – By Bernd Haynold – selbst fotografiert – own picture, CC BY 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1211302
- Epipactis microphylla – By Joachim Lutz – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=27338459
- Spiranthes spiralis – By Luis nunes alberto – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=12023048
- Urtica atrovirens – By Pierre AUROUSSEAU – Guy-Georges GUITTONNEAU – http://www.bium.univ-paris5.fr/sbf/activ_sardaigne.htm, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=73517
- Teucrium marum – By H. Zell – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=11188836
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