Articolo pubblicato su IUA n° 3, Anno IV, Marzo 2017
L’inverno, intorno, si intuisce solo perché le vette sono imbiancate di neve… di più, per la temperatura rigidissima, di molto sotto lo 0°, che ci costringe a intabarrarci ben bene, nonostante la giornata di sole. A dispetto del gelo, una passeggiata per le vie di Brunico (Brunek), l’antica cittadina ubicata nella conca in cui confluiscono la parte occidentale e quella orientale della Val Pusteria, rimane un’esperienza piacevolissima. Se vi si giunge in treno, come abbiamo fatto noi, sfruttando l’efficiente e moderna linea ferroviaria che corre dalla Valle dell’Isarco fino al confine italo-austriaco, e più oltre (Lienz è molto vicina), non si ha nemmeno il problema di reperire il parcheggio; inoltre, per il turista che ha scelto di soggiornare da queste parti, i trasporti sono del tutto gratuiti, e scusate se è poco…
Sarebbe opportuno, per chi non conosce questi luoghi, salire subito, a piedi e in pochi minuti, al Castello che si eleva sopra Brunico, da cui si gode una vasta panoramica che comprende anche le vette della Valle di Tures e della Valle Aurina. Ci troviamo a 900 metri di quota, l’aria è molto frizzante nonostante sia passato da poco il mezzogiorno, qualche cane si porta a spasso il padrone nel bel parco che circonda l’imponente edificio, eretto forse già nel 1200 e poi modificato nel corso dei secoli e restaurato nel 1900, un tempo sede vescovile. Al suo interno, è stato organizzato uno dei sei musei sudtirolesi ideati dal grande alpinista Reinhold Messner e che recano il suo nome: questo, in particolare, è dedicato alle culture delle popolazioni della montagna e racchiude reperti che provengono da tutto il mondo: già all’interno del portale di accesso vi accoglie una grande statua lignea raffigurante un dio – o demone – del pantheon himalaiano.
Come specifica un cartello, i proventi derivati dal pagamento del biglietto sono destinati ad aiutare “i più poveri dei poveri”, le popolazioni che vivono in zone montuose e sperdute del globo, tramite la Messner Mountain Foundation. Un nobile scopo, che si è già concretizzato nella costruzione di scuole e nella riedificazione di villaggi distrutti dal terremoto.
Purtroppo il tempo è tiranno, e ci costringe a rinunciare alla visita, inducendoci a discendere verso le antiche porte della parte “storica” di Brunico, nettamente divisa dalla città moderna dal corso del fiume Rienza. Tradizione vuole che il fondatore del primo nucleo abitato sia stato Bruno, vescovo di Bressanone (sec. XIII), anche se pare che il luogo fosse già frequentato almeno dal sec. VIII d.C.
Sappiamo per certo che durante il ‘300 la città divenne sede di giurisdizione e acquisì grande importanza come centro commerciale, come stanno a testimoniare le ricche abitazioni borghesi, talora merlate, che fiancheggiano la Via Centrale e le altre vie del borgo vecchio, dentro il quale si entra attraverso caratteristiche porte che recano affreschi di varie epoche. Pittoresche insegne in ferro battuto caratterizzano negozi e alberghi, le vetrine eleganti attirano i turisti, che in estate e nell’alta stagione invernale qui si affollano, tanto da impedire lo scatto di foto appena decenti. Non è oggi il nostro caso: finalmente possiamo ammirare e immortalare le strade e le piazzette quasi vuote, anche perché l’ora di pranzo è già scoccata. Peccato che i negozi chiudano alle ore 12 esatte e quindi frustrino qualsiasi tentativo di shopping da parte nostra… ma non si può avere tutto.
Visibile da ogni punto di Brunico è il campanile a cuspide della gotica chiesa di San Salvatore, delle Orsoline, come del resto la mole del Castello, cui fa compagnia, poco più sotto, il grazioso campanile, coronato da due “cipolle”, della chiesetta di S. Caterina.
Il più importante edificio religioso di Brunico è però la Parrocchiale di Nostra Signora, poco fuori dal borgo, riedificata a metà del XIX secolo, imponente costruzione affiancata da due torri campanarie. Al suo interno, diverse opere interessanti, tra cui alcune di Michele Pacher, scultore e pittore quattrocentesco nativo di Bressanone, di cui il Museo Civico di Brunico presenta numerose creazioni.
Un altro angolo suggestivo della cittadina è quello dove si trova il Palazzo Sternbach, dotato di portale sormontato da stemma; fatto costruire nel 1500 dal Cavaliere Bartolomeo Von Welspberg, passò poi ad altre famiglie nobiliari, l’ultima delle quali, quella dei Baroni Von Sternbach, lo possiede tuttora.
Sono molti altri i punti di interesse per il turista; ma, nel complesso, Brunico affascina per l’atmosfera di vecchio Sudtirol che vi si respira, e per il profumo di pane, krapfen e altre dolcezze che emana dai suoi rinomati Forni. Non si tratta di essere golosi, ma sarebbe un vero peccato lasciare questo luogo senza essere entrati in un panificio-pasticceria per gustarvi almeno qualche pasticcino, o non una fetta di torta – Sacher se credete, ma ne esistono tante altre, di fronte alle quali il vostro animo tornerà a essere quello di un bambino!
Infine, una notazione ambientale: Brunico è stato uno dei primi comuni italiani a dotare le abitazioni dei propri cittadini di teleriscaldamento, generato da una centrale che brucia i residui di lavorazione del legname proveniente dai suoi boschi.
Galleria fotografica © Gianni Marucelli 2017
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