Di Maria Iorillo
Il vero viaggiatore, colui che torna “vincitore” da ogni viaggio, gioisce nel vedere l’orizzonte in costante cambiamento, nel trovarsi ogni volta, sotto un sole nuovo, a calpestare terra dai colori diversi… aprendo la mente e liberandosi delle catene. Forse per questo, al ritorno da un viaggio, lungo o breve, vicino o lontano, provo sempre la stessa sensazione di tristezza, la stessa malinconia: oscillo tra la ritrovata quotidianità e la folle idea di ripartire subito per altre destinazioni, per quell’inebriante bagno di umiltà e di grandezza. Un blues che mi ronza in testa. Mi sento inferma nel mio quartiere e, allora, comincio a pianificare il prossimo viaggio.
La scorsa estate sono stata a Budapest, in Ungheria, denominata la Parigi dell’Est. Anni fa, queste sconosciute e incomprensibili città d’oltrecortina, per problemi politici, sociali e culturali, non venivano considerate come mete turistiche. Recentemente sono stati abbattuti tutti i muri e il mondo “al di qua” ha potuto conoscere e apprezzare le culture dei “vicini di casa”.
Chi ha visto Vienna ha affermato che Budapest è, per presenza di monumenti e vitalità, superiore alla rivale austriaca. La città, infatti, è molto grande e presenta costruzioni e monumenti che risentono dell’influenza dei vari dominatori, dai Romani ai Turchi, ai Mongoli, agli Asburgo. Alla periferia della città, per esempio, sorge Aquincum, l’antica città romana, che, durante il principato dell’imperatore Domiziano, nacque come fortezza legionaria per fronteggiare le popolazioni germaniche e della quale oggi rimangono rovine e reperti preziosi.
Tutte queste civiltà hanno condizionato la cultura e l’architettura della “perla del Danubio”. L’influenza comunista, poi, ha lasciato tracce indelebili, come per esempio il Memento Park, appena fuori città, dove sono conservate varie statue, tra cui quelle di Lenin, Marx e Bela Kun, che un tempo troneggiavano nelle piazze principali della città magiara. Tutto sembra parlare delle sofferenze subite da questo popolo, sempre sconfitto e sempre dominato, ma ora, finalmente, libero di andare avanti orgoglioso e consapevole della propria “essenza”.
Vivendo la città per alcuni giorni, non si può fare a meno di trovare stupefacente il servizio dei trasporti pubblici: la prima metropolitana del nostro continente, la linea della metro che passa, per un tratto, sotto il Danubio, la mitica funicolare che porta fino al Palazzo Reale, i tram gialli, gli autobus blu e gli emozionanti bus-anfibio che attraversano la città su strada e sul fiume. Immaginate il momento in cui il bus, scendendo su una spiaggetta, si getta letteralmente nel fiume blu… un tuffo che spruzza acqua anche nel cuore!
Una gita sul battello è sicuramente un modo originale di scoprire o rivedere, da un’ottica diversa, i più begli scorci della città passando sotto ponti mozzafiato: il ponte delle catene, il più famoso e il più antico, il ponte delle Libertà, quello di Margherita e altri ancora, tutti distrutti durante la seconda guerra mondiale e, poi, ricostruiti. Ponti che abbracciano le due “anime”: l’antica Buda, adagiata su verdi colline, e la moderna Pest, la “porta di uscita” sull’alföld, la sterminata pianura ungherese.
A Buda, attraversando le viuzze medievali e barocche, ci aspettano un’infinità di sorprese: la Torre Maddalena, la Chiesa di Mattia, il suggestivo Bastione dei Pescatori, il vecchio palazzo del Comune, il Palazzo Reale, e il Bagno Termale Gellért, bellissimo esemplare di stile liberty. Chi viene a Budapest deve assolutamente visitare una delle tante terme sparse per la città, tutte così belle, eleganti, vere e proprie opere d’arte, dove concedersi un rilassante bagno caldo.
Essendo il quartiere di Buda su un colle, in più punti si trovano terrazze panoramiche, come il Belvedere Elisabetta (in onore della regina Sissi), dalle quali poter ammirare la città e il Danubio in tutta la sua ampiezza, e scattare le foto più belle. Di giorno o di notte, la città, vista da quassù, raccoglie pensieri e stati d’animo proiettandoli in una dimensione nuova dove le nostre radici fremono come a voler sradicarsi per volare senza mai più toccare terra. Sensazioni che appartengono al mio sentirmi cittadina del mondo, un’apolide senza nazionalità e col desiderio di vivere appieno la nuova cultura e accaparrare i suoi più reconditi segreti, la sua storia e interiorizzare bene la visione delle sue mura con tutto quello che vi è contenuto.
Il nostro giro nella moderna Pest, invece, ci permette di vedere le vecchie ville della borghesia e attualmente sedi di diverse ambasciate. Nel Parco Municipale, il parco più famoso di Pest, si trovano anche il complesso del Bagno Termale Széchenyi e il magnifico Castello Vajdahunyad. Nella vicina e immensa Piazza degli Eroi, la più bella della città, conosciamo i grandi personaggi della storia magiara attraverso le statue e il centrale Monumento Millenario. A lato della piazza, spicca, col suo bel colonnato, l’edificio del Museo di Belle Arti, e dove ci concediamo una interessante visita alla mostra temporanea del pittore bohémien Henri de Toulouse-Lautrec. Poi, proseguiamo per il viale Andrássy che ci accompagna nel centro della città, passando per piazze e giardini puliti e ben curati, e fiori un po’ dappertutto.
Si arriva al Mercato Coperto, piastrellato esternamente e in stile liberty nei suoi piani interni, ricco di souvenir e prodotti gastronomici, e dove acquisto soprattutto tanta paprika (regina della cucina locale ed elemento fondamentale del goulash, che ho preparato una volta a casa… davvero delizioso!) confezionata in graziosi ed economici sacchetti. Ci inoltriamo nel quartiere ebraico dove è ubicata la Sinagoga più grande d’Europa con annesso un museo. La Nagy Zsinagóga spicca per la sua estetica eclettica, per il connubio armonioso degli stili gotici, bizantini, romantici e moreschi. Nel cortile della Sinagoga si resta colpiti da un piccolo e sobrio cimitero e dal bellissimo e toccante monumento alle vittime dell’Olocausto: un salice piangente color argento… Che tristezza leggere su ogni foglia il nome di una persona scomparsa durante quell’ orribile, quel folle periodo buio del secolo scorso.
Poi, entriamo nella imponente Basilica di Santo Stefano dedicata al primo re cristiano ungherese e patrono della città. Ѐ la chiesa più grande di Budapest, infatti può accogliere circa ottomila persone tra i suoi marmi, affreschi e dipinti dai colori caldi. Saliamo anche sulla cupola neoclassica che, con i suoi 96 metri di altezza, si vede da tutti i punti di Budapest e dalla quale si può godere una bella vista sui tetti della città.
Infine, giungiamo al possente Parlamento con la sua stupenda architettura: la cupola centrale e i tetti rossi che contrastano con il blu del cielo, centinaia di guglie e torri e archi su tela bianca. Orgoglio della città. Da non perdere il cambio della guardia sia esterna che interna e la visita guidata tra i bellissimi corridoi, le scalinate, le volte, la Sala parlamentare e la stanza della Corona, avvolti in colori caldi e tanto oro a 22/23 carati. Il bianco monumento, allo scendere della notte, si illumina e, trovandosi sulla sponda sinistra del fiume, si specchia nelle acque offrendo uno spettacolo unico…
Quante meraviglie da scoprire nella Parigi dell’Est, ma il principale protagonista è sicuramente il Danubio, con i suoi 400-500 metri di ampiezza. Nel mezzo del fiume, c’è persino la lussureggiante isola Margherita, un parco di alberi secolari e verdi prati che fanno da cornice a rilassanti passeggiate a piedi o in bicicletta o su macchine a pedali o elettriche, per arrivare alla famosa fontana che a sera si illumina e la cui acqua danza a suon di musica.
Il Danubio, la prima immagine quando, mattiniera, esco dall’albergo per una piacevole passeggiata in attesa del risveglio dei miei compagni di viaggio, e ultima visione che lascio alle spalle quando, con gli occhi colmi di immagini e di meraviglia, chiudo la porta della camera per buttarmi sfinita sul letto. Quel fiume dove ho visto una coppia omosessuale fare una tranquilla colazione sul terrazzino della loro graziosa casa galleggiante… una piccola immagine che racchiude tanti piccoli sogni… di libertà e di pace! Quel fiume che, nel suo diventare sempre più piccolo attraverso il finestrino dell’aereo, mi strappa una goccia umida di emozioni… e dà il via a un dolce e malinconico blues che comincia a ronzarmi nella testa e che smetterà soltanto all’inizio del prossimo viaggio.
A volte sconfiniamo… – La Parigi dell’est: Budapest di Maria Iorillo © 2015 è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Based on a work at www.italiauomoambiente.it.
Le fotografie della galleria sono di proprietà di Maria Iorillo © 2014
La Parigi dell’est: Budapest by L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.