Articolo pubblicato su IUA n° 7, Anno II, Luglio-Agosto 2015
Dal momento che già da alcuni giorni è iniziata l’estate meteorologica (01 giugno), così come avvenuto all’inizio delle precedenti stagioni, proviamo su queste pagine ad azzardare un minimo di previsione proprio per questa estate. Come sarà il tempo? Avremo una stagione spesso con temperature calde sopra le medie e poco piovosa, come quella di due anni fa, oppure una stagione con molte nuvole e pioggia, così come è avvenuto per buona parte della nostra penisola l’anno scorso? Come al solito è bene precisare che, nonostante il sempre maggiore interesse della comunità scientifica verso il settore delle previsioni meteo a lungo e lunghissimo termine, i progressi da compiere sono ancora numerosi ed è quindi facile incorrere in errori. Come ribadito in altri articoli, è importante precisare anche in quest’occasione che chi scrive è solamente un appassionato di meteorologia e climatologia, che sviluppa delle proprie idee leggendo gli editoriali degli esperti in materia e provando a prendere in considerazione alcuni degli indici che vengono utilizzati nell’ambito della stessa meteorologia (abbiamo già parlato in passato di QBO, Nino, NAM, attività solare, etc).
Ebbene, il sunto dei vari elementi che ho preso in considerazione mi porta a ritenere che l’estate in corso potrà essere un po’ una via di mezzo proprio fra le ultime due estati e, se fosse realmente così, credo che in molti potranno rimanere soddisfatti per il semplice fatto che potremmo avere molto più Anticiclone delle Azzorre che non Anticiclone Africano ed allo stesso tempo l’ingerenza delle correnti atlantiche (foriere di pioggia) potrebbe essere più ridotta rispetto allo scorso anno. Questo significa che, se così fosse, potremmo godere di lunghi periodi di bel tempo, intervallati da alcune giornate con temporali che contribuiranno ad abbassare le temperature e l’umidità. Il fatto di avere più Azzorre che non Africano (evento che negli ultimi anni è avvenuto sempre più raramente) consentirebbe di poter avere belle giornate con caldo moderato (30°-32° al nord, 32°-34° al sud) e non eccessivo, al contrario di quanto invece avvenuto nell’estate 2013 ed in altre precedenti. Per utilizzare qualche tecnicismo in più, le ondate di caldo cosiddetto africano sono previste essere non eccessive a causa della debolezza del monsone indiano e dello stesso monsone africano. Ciò non consentirebbe alla calura di compiere diverse sortite al di sopra dell’Africa.
Per contro, dovremmo avere un Anticiclone delle Azzorre (che si origina quindi nell’Oceano Atlantico in prossimità delle omonime isole) con dei valori non sempre molto alti sul nostro paese e ciò consentirebbe di tanto in tanto l’ingresso di perturbazioni atlantiche, seppur in maniera più ridotta rispetto alla scorsa estate, oppure l’insorgere di semplici temporali pomeridiani. E’ ovvio che ognuno ha un proprio gusto anche in materia di meteorologia ma credo che alla fine, come detto sopra, se si realizzasse tale previsione, la maggior parte delle persone potrebbe essere soddisfatta perché potrebbe godersi delle vacanze con molto sole ma temperature non soffocanti.
E poi? Si, la curiosità mi spinge sempre a guardare all’orizzonte, fatto che diventa anche una scommessa in tempi come questo in cui, al di là di quello che può trapelare ad una persona poco attenta, non è poi così certo che negli anni a venire finiremo tutti quasi abbrustoliti come invece ritengono o ci vogliono far credere alcuni esperti in materia. In realtà, la comunità scientifica è sempre più divisa ed in molti, fra i quali il famoso colonnello Guido Guidi, non concordano sull’ipotesi del costante incremento anche in futuro delle temperature. Non voglio annoiare ulteriormente il lettore, ma gli chiedo di aspettare solo 3-4 anni prima di credere ciecamente alla versione dei più catastrofisti. Io non ho e non posso avere la risposta, però penso che entro tale periodo dovremmo avere delle prime indicazioni per il futuro dettate da alcuni fattori fra i quali un’attività solare sempre più debole (a breve inizierà una fase di minimo che secondi alcuni si preannuncia lunga e profonda e con possibili conseguenze in termini di abbassamento delle temperature), un raffreddamento almeno parziale delle temperature superficiali degli oceani, etc. In relazione ai prossimi due inverni, non credo che si potranno avere tanto facilmente delle condizioni dissimili a quelle degli ultimi due (entrambi molto miti), ma successivamente l’interazione fra più fattori potrebbe far cambiare le cose. E lì avremo una prima riprova del nove sul fatto che il surriscaldamento climatico provocato dai fattori antropogeni sia o meno contrastabile. A proposito, è di pochi giorni fa la notizia, finalmente uscita su un’ emittente nazionale, che, secondo una ricerca condotta da un equipé accreditata, il famoso buco dell’ozono sarebbe in diminuzione. Speriamo che sia vero e buona estate a tutti.
Alessio Genovese
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