Di Gianni Marucelli

 IMG_20150517_131748

È un Maggio radioso, come avrebbe detto Gabriele d’Annunzio, che qui soggiornò, e la valle del Casentino, uno dei più splendidi gioielli della Toscana, rifulge in tutta la sua verde bellezza, punteggiata dal giallo delle ginestre in fiore e dal bianco dei grappoli di fior d’acacia. Senza averlo programmato, giungiamo in un luogo che mi è caro fin dall’adolescenza, il paese di Montemignaio, al centro del quale si eleva ancora il castello appartenuto ai Conti Guidi.

IMG_20150517_131812Un paio di chilometri verso nord, sulla strada che conduce verso il Passo della Consuma e le cittadine di Stia e Pratovecchio, un cartello turistico abbastanza recente ci indica la presenza di un antico oratorio e romitorio, quello della Madonna delle Calle, che, ai tempi della mia gioventù, era in piena decadenza e quasi invisibile a chi, in auto, percorresse la carrozzabile. Adesso una breve stradina, solo un centinaio di metri, addirittura asfaltata e dotata di illuminazione notturna, oltreché di una Via Crucis realizzata da un artista contemporaneo, conduce verso l’edificio sacro, addossato a un immenso macigno e perfettamente restaurato. Un vetusto ponte in pietra che scavalca il Torrente Calle porta direttamente di fronte al bel portico, aperto da un triplice arco, sotto il quale sono sistemate tavole e panche per i visitatori. La chiesa è purtroppo chiusa, come anche l’accesso al soprastante Eremo, ma la sua storia, delineata dalle lapidi affisse sulla facciata e che poi meglio ricostruiremo a casa, è veramente intrigante.

IMG_20150517_134040Un tempo, fino agli anni ’50 del secolo scorso, questo piccolo santuario era famoso, in tutta la vallata e anche oltre, per i prodigi che ai fedeli dispensava un’immagine della Vergine col Bambino, portata qui, secondo la leggenda, da un pellegrino che si era recato a Roma per il Giubileo del 1425. L’ultima sera del suo lungo vagare, prima del ritorno a casa, la notte lo aveva colto sulle rive del torrente, e la stanchezza lo aveva indotto a dormire nei pressi, lasciando la preziosa tavola appoggiata a un masso.

IMG_20150517_131902

L’alba successiva, nella fretta di raggiungere il paesello ormai prossimo, il pellegrino dimenticò la Madonna in questo luogo: solo dopo gli abbracci dei familiari, al momento di mostrare il dipinto che avrebbe voluto donare alla Pieve di S. Maria a Montemignaio, con disappunto si accorse della sua sbadatezza; tornato di corsa al torrente, con sollievo constatò che la Vergine con occhi ridenti osservava ancora le trotelle che saltellavano nelle acque limpide: se la mise sotto braccio e, finalmente, la pose in casa al sicuro.

IMG_20150517_132049Ma, come sempre accade in questi casi, l’uomo propone e Dio dispone: il mattino dopo, Maria e il piccolo Gesù erano nuovamente scomparsi. In preda alla disperazione, ma guidato da una voce interiore, il pellegrino tornò per la seconda volta alle rive del torrente, e per la seconda volta l’immagine sacra era lì, ad attenderlo. L’episodio, ovviamente, si ripeté una terza volta, cosa che convinse i sacerdoti della Pieve che di miracolo si trattava, e che la Vergine aveva chiaramente espresso il desiderio di risiedere nel luogo ameno che tanto le era piaciuto.

IMG_20150517_131938Che sia, in effetti, un luogo di pace e di bellezza lo abbiamo constatato anche noi, a cinquecento anni di distanza, e lo dovette pensare anche il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo, che qui passò il 22 Giugno del 1773, e i tantissimi fedeli e visitatori che, richiamati dalla fama dei prodigi che la Madonna delle Calle (“calle”, come in spagnolo, qui significa “strada”) dispensava a chi le si rivolgeva. Per secoli, fino allo sciagurato giorno del 1950 in cui i custodi si accorsero che la venerata immagine era stata rubata. Sgomento tra gli abitanti di Montemignaio, inutili le ricerche di Carabinieri e Polizia. L’Oratorio decadde rapidamente dalla sua grande e meritata fama…

MadonnaMa, circa dieci anni più tardi, così narrano i testimoni ancora in vita, la popolazione fu chiamata a raccolta da uno scampanio festoso: la Madonna, non si sa bene né dove né da chi, era stata ritrovata! Fu riportata in pompa magna in paese, alla presenza di migliaia di persone e addirittura del Presidente del Consiglio, l’aretino Amintore Fanfani, e del sindaco “santo” di Firenze, Giorgio La Pira.

IMG_20150517_134013Però, però… l’Oratorio ne ebbe solo una copia, per un’elementare regola di prudenza, mentre l’originale è conservato adesso nella Pieve di Montemignaio. A osservarlo da vicino, il dipinto appare di scuola giottesca, sicuramente dei primi del Trecento o giù di lì. Ma quel che prende davvero, è la dolcezza dello sguardo, il sorriso lievemente malinconico che non dubitiamo possa essersi acceso davanti ai giochi armoniosi delle trote, in un mattino di tanti secoli fa.

 

Licenza Creative Commons
Toscana – Casentino: l’Oratorio della Madonna che fu rubata. di Gianni Marucelli è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Based on a work at www.italiauomoambiente.it.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso gmaruce@alice.it.

Share Button
Please follow and like us:

CC BY-NC-ND 4.0 Toscana – Casentino: l’Oratorio della Madonna che fu rubata. by L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.