Di Iole Troccoli
In questo periodo oscuro della terra
osservo il vento sciolto dai tetti:
si appoggia
senza pretese
senza fischiare
seduto di tre quarti come un bel ritratto.
Forse trattiene qualche goccia
(mare d’accatto)
preziosità d’ombra di grotte inaccessibili
forse è malato, vecchio
e nessuno lo sa.
Tu, a questo punto, mi diresti di procedere
oltre il giardino, aldilà dello specchio
senza bisaccia di rami rotti
mi diresti di analizzare al vetrino
ma non discettare di teorie
o salvagenti immaginari
mi diresti di tenerlo tra le dita mangiucchiate
il vento
di scoprirne quelle macchie di arsura
che stanno da sempre nel cuore
di indovinarne il terriccio satellite
solo sfiorandolo con i polpastrelli
mi diresti di accavallare le gambe
anche senza malizia
di assaggiare un raggio
sostenendone con lo sguardo
l’oro infuocato.
Insomma, mi diresti di procedere
sottolineare il rosso e trascurare il blu
di essere, all’occorrenza
magnifica perdente
autentica ritardataria
ma andare – hop, hop – andare
con l’onomatopea del cavallo
tra le briglie
con la parrucca bruna di Alice
oltre “quel che vi trovò”
di acchiapparlo per la vestaglia
quel vento untuoso e pigro
e farne un movimento, uno solo.
Il mio.
Iole Troccoli 25 gennaio 2015
Movimento di Iole Troccoli © 25 gennaio 2015 è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.
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