Intervista pubblicata su IUA n° 2, Anno II, Febbraio 2015

“Il Tango mi ha insegnato a vivere la vita in un abbraccio”

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Potentina di nascita, viaggiatrice per vocazione, ora residente in Toscana, ma la sua anima palpita per l’Argentina. O, più precisamente, per il Tango. Donatella Alamprese è, senz’altro, l’interprete italiana del Tango “cantato” più apprezzata a Buenos Aires e dintorni, dove tornerà alla fine di Febbraio, per esibirsi, al Teatro Colyseum, assieme ai maggiori cantanti sudamericani, unica cantante europea invitata a quella che è la più importante manifestazione riguardante questo genere musicale, la Cumbre Mundial del Tango.

Non è la prima volta, infatti, che Donatella, assieme al chitarrista Marco Giacomini, viene invitata in Argentina: due anni fa la prima esibizione presso la prestigiosa Academia Portena del Lunfardo, vero e proprio “tempio” del Tango argentino, e da lì una tournee di successo tra Buenos Aires e Santiago del Cile, che segue le altre due precedenti tournee giapponesi.

Per capire meglio com’è nata e si è sviluppata in lei, ormai da diversi anni, questa passione per la musica argentina, siamo andati a intervistarla a casa sua, nel Valdarno fiorentino.

 Donatella chitarra

In realtà, spiega Donatella, il Tango è sempre stato presente a casa mia, fin da quando ero piccola.

I miei nonni hanno vissuto parte della loro vita in Argentina, e mio padre è sempre rimasto legato alla cultura di quella che considerava la sua terra d’origine, anche se non ci è potuto mai tornare. Sapeva ballare il tango e lo cantava anche, in casa, ma non era certo a quei tempi nella mia sfera di interessi! E vero, anch’io avevo la musica nel sangue… era quello che ci accomunava me e mio padre! indimenticabili i “concertini” insieme… lui con il mandolino che tanto amava ed io con la chitarra, ma i miei gusti di allora erano profondamente diversi.

In seguito la passione per le lingue straniere, la laurea all’istituto di Lingue orientali a Napoli, i viaggi e le borse di studio all’estero, lo studio e la pratica della musica sempre di pari passo nella mia vita. Poi la scelta di vivere a Firenze legami con la mia famiglia sono rimasti profondi e quando però lui è morto, ormai dodici anni fa, mi sono accorta che quei ricordi infantili così legati all’Argentina erano profondamente radicati in me, e il Tango ne era parte fondamentale. Cominciare a cantare il tango, allora, è stata un’esplosione improvvisa e totale, quasi una necessità dell’anima, un modo per ritrovare mio padre, condividere con lui l’emozione di aver riconosciuto quelle radici così profonde in me.

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 Prima che iniziassi il tuo percorso col Tango, ti conoscevamo come artista poliedrica, con solidi studi musicali alle spalle, che spaziava dall’opera lirica, e dalle romanze ottocentesche, al jazz, al pop, alle Folksongs rielaborate da Luciano Berio, il tuo modello, la grande Kathy Berberian: hai avuto un modello a cui rifarti per quanto riguarda l’avventura chiamata Tango?

Alamprese Giacomini

In realtà no… era tutto dentro di me. ho studiato anche con Hugo Aisemberg e con il soprano Beatriz Lozano… ho molto ascoltato, ma tutto è fluito come se, da sempre, avessi cantato tango.. Ho avuto la fortuna di conoscere personalmente grandi cantanti a Buenos Aires, come Susanna Rinaldi, che ebbe a dirmi, dopo un mio concerto : “Canta il Tango meglio di una Portena!”, che è il massimo complimento che si può fare a un’artista non argentina. Altre, come Patricia Barone o Sandra Luna, mi sono state presenti a livello interpretativo… come anche cantanti di sesso maschile, Gardel e Goyeneche ad esempio… Ma, ribadisco, il tango era in me fin da piccola, anche se solo a livello inconscio, quindi interpretarlo, è stato del tutto naturale avendolo da sempre respirato! Ovviamente, molto merito lo ha anche Marco Giacomini, il mio chitarrista, che già conosceva e coltivava la musica sudamericana e a lui devo l’inizio di questo cammino che è diventato una filosofia di vita… il tango è come la vita…

 Dona lago

A proposito di Marco, faccio osservare ai nostri lettori, proprio perché non è in questo momento presente, quanto sia importante avere accanto un musicista del suo calibro e della sua sensibilità, dotato di una tecnica chitarristica del tutto fuori del comune.

 Academia foto

Certo! Le sue qualità non si limitano a quelle dell’esecutore… sa anche elaborare e arrangiare i brani in modo fantastico e indubbiamente l’incontro con lui è stato determinante per consentirmi di riagganciare il mio cuore alla memoria dei tanghi cantati da mio padre, quelli dei vinili portati da Buenos Aires… Gardel, Mores. ..

 

Torniamo al Tango e all’Argentina. Là ti sei fatta tanti amici ed estimatori.

Sì. Grandi personaggi che mi hanno onorato della loro amicizia. Per primo, il Maestro Saul Cosentino, uno dei più importanti compositori argentini contemporanei. Mi ha conosciuto tramite il web, e mi ha contattato chiedendomi se mi sarebbe andato di cantare dei brani di tango da lui scritti… poi, durante un suo soggiorno in Italia, è venuto addirittura a trovarmi a casa. Una persona stupenda. In secondo luogo, la poetessa Marta Pizzo: con lei ho instaurato, altre che una profonda amicizia, una collaborazione professionale, musicando e cantando dei suoi testi.

Poi Claudio Duran e il Movimento Feminino del Tango: è stato lui a volermi in Argentina la prima volta… e poi Il mio mito, la cantante Patricia Barone e intellettuali come Enrique Snider e il poeta Ernesto Pierro… a Buenos Aires mi trovo come a casa mia, e sono molto felice di ritornarvi prossimamente. L’intellighencia del tango mi ha accolto a braccia aperte…

 

Oltre al Colyseum, teatro famoso, dove ti esibirai?

Per il momento il programma è in fase di elaborazione e contrattazione, comunque di certo terrò due concerti, uno nel mitico Cafè Cultural “ Bien Bohemio” e l’8 Marzo, in occasione della Festa della Donna, al Centro culturale “Elàdia Blazquez” grande figura femminile nella storia del tango. Ancora perle da infilare in questa collana di esperienze per me così preziose.

 

Quali emozioni ti suscita il Tango?

E’ per me una vibrazione profonda dell’anima, che ha avuto l’effetto di cambiare realmente la mia vita. Devo dire che mi ha portato una sorta di rigenerazione, mi ha eternamente congiunto a mio padre… mi ha consentito di guardare gli altri, e il mondo, con occhi diversi.

Il Tango mi ha insegnato a vivere la vita come in un abbraccio…

 

Bellissima espressione che, se sei d’accordo, userò come sottotitolo a questa intervista!

Per finire, diciamo ai nostri lettori quando e dove si terrà il tuo prossimo Concerto.

10906175_10155056199460494_4899027748828275779_n A Firenze. La data è quella del 23 Gennaio, alle ore 21, presso il Teatro del Cestello, nell’omonima piazza di Oltrarno, dove con gioia torniamo per la quarta stagione consecutiva. Non ci sarà solo tango. L’evento è intitolato Crossroads, I crocevia della Musica. Porteremo il pubblico a vivere esperienze musicali diverse, in giro per il mondo, seguendo tre temi fondamentali: l’Amore, la Passione, la Follia. Mi accompagneranno, oltre a Marco Giacomini alla chitarra, il clarinettista Andrea Tinacci e Paolo Casu alle Percussioni.

Grazie, Donatella. Sono certo che molti dei nostri lettori vorranno essere presenti!

Licenza Creative CommonsUna perla del Tango tutta italiana: intervista a Donatella Alamprese di Gianni Marucelli © 2015 è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Based on a work at www.italiauomoambiente.it.

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CC BY-NC-ND 4.0 Una perla del Tango tutta italiana: intervista a Donatella Alamprese by L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.