Articolo pubblicato su IUA n° 1, Anno III, Gennaio 2016
Come non approfittare di una bella giornata per visitare un luogo che ho sempre desiderato di conoscere. Meglio ancora se in gennaio… Sì, certo, d’inverno il giardino dell’Orticultura non offre il meglio di sé. Il risveglio è ancora lontano nonostante che le temperature di questi ultimi periodi non siano così rigide. Tuttavia, sull’erba dei prati spuntano timide, intere brigate di margheritine quasi a sfidare i rigori della stagione.
A loro basta un poco di sole per uscire allo scoperto e diventare l’unica attrazione floreale di questo storico giardino fiorentino voluto dall’Accademia dei Georgofili nel 1852. In realtà, quell’anno, la storica istituzione fiorentina prese in considerazione un progetto che fondasse una società toscana per l’orticultura.
Sette anni dopo, il progetto si trasformò in realtà. La società neoformata prese possesso di un terreno vicino a Porta San Gallo (nell’attuale piazza della Libertà), proprio all’inizio di via Bolognese.
In tre anni fu realizzato quello che fu nominato un piantatoio con vigna e un pomario. Inoltre furono sistemate molte piante ornamentali rare.
Dal 1880 il giardino ospitò la prima di una serie di esposizioni nazionali di fiori. A seguito del successo dell’evento, la Società Toscana decise la costruzione del monumentale tepidario: un’enorme serra di vetro e ferro. La sua costruzione fu molto veloce (furono montanti ben 9700 pezzi) tanto che fu inaugurato il 19 maggio 1880.
In occasione di un’altra esposizione nel 1887, il giardino vide la nascita di un Caffè ristorante e l’installazione di un’altra serra.
Dopo aver conosciuto giorni di gloria (nel 1911 fu organizzata un’importante mostra internazionale di floricoltura), negli anni ’30 il giardino iniziò a perdere d’importanza. Fu acquistato dal Comune di Firenze destinandolo a parco pubblico. Fu piano piano abbandonato a se stesso. Dopo la seconda guerra mondiale, il tepidario – che era stato danneggiato – fu restaurato. Tornò all’antico splendore. E così lo vediamo in questi giorni d’inverno.
La struttura di ferro e vetro è vuota e in attesa di qualche evento che la faccia di nuovo sorridere. Sono certo che con il risveglio primaverile il giardino dell’Orticoltura si rivestirà di nuovi colori. Tuttavia, un po’ “tinte” che solletichino la fantasia pluristagionale degli amanti della natura sarebbero appropriate. Basta volerlo e senza nemmeno tanto spendere. E sarà ancor più piacevole passeggiare in un piccolo angolo sereno della nostra Firenze.
Il giardino dell’Orticoltura di Firenze di Alberto Pestelli © 2015 è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.
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