Di Gianni Marucelli
San Quirico d’Orcia fu un notevole castello situato in posizione strategica tra le valli dell’Asso e dell’Orcia, proprio sulla Via Francigena. Possesso della Repubblica di Siena, che ne rifece più volte le mura nel corso del sec. XV, passò, dopo la lunga guerra che a metà del 1500 oppose lo Stato senese a Firenze, ai Medici: non senza danni, ché l’uso delle nuove armi da fuoco ridusse molti edifici in rovina.
Fu Diomede Leoni, allievo di Michelangelo (pare che sia stato uno dei tre presenti al suo capezzale quando morì) e uomo di fiducia del Cardinal Francesco de’ Medici, a provvedere alla ricostruzione del borgo e, in questo contesto, a realizzare, su una sua proprietà, un grande giardino all’italiana che da lui prese nome: gli Horti Leonini, appunto. La particolarità di questo parco fu quella di essere destinato, già dalla sua costruzione, all’uso “dei viandanti”, che sulla Francigena dovevano essere, anche a quel tempo, molto numerosi. E’ ben vero che il Granduca poi decise di rimborsare la spesa fatta dal Leoni, tuttavia l’episodio sta a testimoniare della generosità e preveggenza di questo sanquirichese del ‘500.
La disposizione attuale del Giardino è oggi piuttosto diversa dal piano originario. Infatti, l’asse centrale divideva la parte a bosco (“a selvatico”, come si diceva) da quella ordinatamente sistemata a riquadri e vialetti. La sistemazione odierna è, infatti, ortogonale rispetto a tale assetto, e si può descrivere come composta da due livelli, di cui l’inferiore è occupato dal tipico giardino all’italiana, in cui i bossi delimitano le aiole quadrate, mentre quello superiore è scenograficamente coperto da lecci. Una scalinata taglia in due il boschetto, scendendo quindi nel giardino vero e proprio.
La superficie totale del complesso è di circa 14.000 mq., sui quali si ergono più di 300 piante a portamento arboreo. In parte il giardino è delimitato dalle mura castellane; al suo centro, una statua del Granduca Cosimo III, dello scultore secentesco Giuseppe Mazzuoli, che fu portata qui da Palazzo Chigi.
Appendice, fin dagli anni ’30 dello scorso secolo, del Parco è il Giardino delle Rose, che, ovviamente, è soprattutto da visitarsi nei mesi primaverili.
Come in origine, anche oggi gli Horti Leonini sono aperti a tutti, essendo di proprietà comunale.
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