Di Iole Troccoli
Forse mi è rimasto lo sguardo, le parole di tutti – sospese – levitano come onde giganti, spettri che attraversano reti e fanno il loro gioco blu dentro il sogno.
Forse mi è rimasto lo sguardo, inutilmente. Per capire occorrerebbero anni-secoli-millenni, e ancora ci sarebbe spazio, un tempo lunghissimo che non basterebbe per scendere dietro quei libri troppo vecchi anche solo per essere sfogliati.
La trama della carta condurrebbe ai vestiboli neri imparati quando la notte precipita e qualcuno o qualcosa tenta di salvare almeno il minimo richiesto. Per.
Forse mi è rimasto lo sguardo, quello sì, ancora intatto in mezzo alle pieghe e alla trasformazione di me in una sagoma che non comprendo più allo specchio.
Vola alto il canto muto dell’alba
che si regge su nuvole ignote
i colori mescolati al pennello
le fanno gialle, azzurre, grigie
ne fanno vento. Lontano.
A me resta lo sguardo
interdetto
inconsapevole
feroce
a me resta un taglio
un passaggio che accoppia luci
a un sonoro trascorso
a un vuoto presente
una forma
una voce.
Onde giganti muovono sabbia
ogni notte.
Ogni notte.
Ogni notte di Iole Troccoli © 28 dicembre 2014 è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.
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