Articolo di Maria Iorillo & Alberto Pestelli (IO.PE.) pubblicato su IUA n° 3, Anno II, Marzo 2015
I laghi hanno un loro fascino particolare. Per questo li adoriamo. Tuttavia siamo convinti che molti possano non essere d’accordo con la nostra affermazione. È naturale non esserlo. Non a tutti piace passeggiare lungo le rive selvagge di uno specchio d’acqua circondato da colline e montagne a stretto contatto con la natura, con gli animali che scorrazzano liberi e indisturbati. Un lago non ha il medesimo orizzonte del mare… un orizzonte infinito dove si può immaginare cosa può esserci oltre la linea che separa il cielo dall’acqua. Bello avere immaginazione… la fantasia si può tramutare in versi o pensieri altrettanto belli. Magari in un quadro. Ma anche lo spazio ristretto di un lago ha qualcosa in più: la serenità. Sentimento che raddoppia di valore quando esso è offerto proprio nel bel mezzo di questo piccolo mare d’acqua dolce. E il lago Trasimeno ha ben tre isole dove puoi trovarla: l’isola Polvese (che è la più grande ed è un parco scientifico didattico. Un tempo è stata abitata.), l’isola Minore e l’Isola Maggiore. Parleremo di quest’ultima che è l’unica abitata.
Abbiamo preso il traghetto al porticciolo di Passignano sul Trasimeno. La prima corsa del mattino vede ben pochi turisti. Gli unici passeggeri siamo noi e un anziano signore del posto.
– Fa strano vero? -, ci dice.
– A Tuoro saliranno altre persone. Vanno tutti a lavorare sull’isola. Sono camerieri dei locali e commessi dei negozietti del borgo. Devono aprire gli esercizi prima dell’arrivo dei turisti. Qualcuno di queste persone, come me, ha anche abitato nel paesello prima di trasferirsi sulla terra ferma. Io torno spesso dove sono nato. Non posso farne a meno.
La nostra attenzione si rivolge alle due isole. La Minore e la Maggiore sono vicinissime e affiancate. Sembrano essere un’unica “entità”. Man mano che il traghetto si avvicina, esse vanno delineandosi ognuna nella propria individualità. L’isola Minore è piccolissima e disabitata. È interamente coperta da una fitta vegetazione e non ha approdi per le barche se non quelli naturali. È stata abitata fino al XV secolo. Gli unici abitanti dell’isola sono gli uccelli e gli insetti.
L’Isola Maggiore, grande il triplo, si presenta come una grossa collina ricoperta di ulivi, cipressi, pini e lecci. Gabbiani, svassi, fagiani hanno accompagnato il nostro sbarco sull’isola.
Al porticciolo c’è un piccolo gruppo di case quasi tutte di pietra, qualche struttura ristorativa e alberghiera e il bellissimo Museo del Merletto. Dopo il caffè di rito in un bar e piccolo giro nel borghetto, abbiamo seguito il sentiero a sinistra del porto.
È stato suggestivo passeggiare sul lungo lago, immersi nel verde della collina e accompagnati dal silenzio del luogo. Simpatico è stato l’incontro con i conigli selvatici e moltissimi fagiani che andavano tranquilli lungo il medesimo nostro sentiero. Lì nessuno li disturba. Non conoscono, per fortuna, il rumore di uno sparo di un fucile da caccia.
Seguendo la stradina, in poco tempo ci siamo ritrovati sul luogo dove San Francesco d’Assisi sbarcò. C’è una statua a ricordare l’evento. Nei pressi esiste una cappella dov’è custodito il giaciglio del santo.
Continuando il nostro percorso, abbiamo visitato la chiesa di San Michele Arcangelo datata XII secolo. La nostra intenzione era di visitare il castello Guglielmi. Purtroppo era chiuso per lavori di ristrutturazione (quando visitammo l’isola Maggiore era il 2006, N.d.R.).
Dopo un’ora e mezza di camminata ci siamo ritrovati nuovamente al porticciolo pronti per tornare a Passignano sul Trasimeno.
Sì, vale proprio la pena visitare l’Isola Maggiore. Vale la pena trascorrere anche qualche giorno immersi nella natura e nella storia. È il posto ideale per rilassarsi e magari per dedicarsi alla scrittura e alla pittura. Natura, silenzio e pace. Quali elementi migliori per incontrare se stessi?
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