Articolo pubblicato su IUA n° 9, Anno I, Dicembre 2014
Arrivare a Cave lungo la Anagnina è molto semplice. Il peggio è riuscire ad uscire da Roma, ma una volta lasciato alle spalle il Grande Raccordo Anulare, la strada diventa scorrevole e non molto transitata.
Arrivare invece a Rocca di Cave, nonostante lo scarso traffico, è un poco più difficile: la strada è più stretta e piena di tornanti.
Tuttavia, anche se per giungere su, fino a quasi mille metri d’altezza (933 metri s.l.m.) ci vuole tempo e pazienza – con una piccola ma tenace Fiat 600 – e una volta parcheggiato il veicolo nella piazza principale del paesello, si respira – in estate… e non vi dico come sono gli inverni… – a pieni polmoni un’aria buona e frizzantina e una inaspettata grande e cordiale ospitalità da parte dei 380 o poco abitanti del paese. Rocca di cave, infatti, è uno dei più piccoli comuni del nostro bel Paese che riesce a offrire al visitatore tutta la semplicità della montagna.
Grazie all’interessamento di alcuni suoi abitanti, Rocca di Cave è diventato un importante centro di osservazione astronomica. Nella torre del Castello Colonna è stato creato, appunto, un osservatorio astronomico accessibile a tutti…. Beh, l’accesso sarebbe riservato agli iscritti del Gruppo Astrofili Hipparcos (www.hipparcos.altervista.org/hipparcos/museo-ardito-desio/) ma non ci sono problemi se dimostri e, specialmente se è la prima volta che visiti museo e telescopio, di essere interessato a veder le stelle e pianeti con spirito poetico e, soprattutto se vuoi saperne di più dell’antico passato geologico della zona.
Il Castello Colonna ospita anche un importante museo geo-paleontologico dove sono conservati fossi marini trovati nelle vicinanze del paese.
Nell’antichità il luogo era circondato dal mare e il rilievo dove è seduto Rocca di Cave era un’isola con alte scogliere.
Vengono organizzate delle escursioni con lo scopo di ricercare altri reperti fossili che ancora sono incastonati nelle rocce della montagna che fa parte dei monti Prenestini.
Il Gruppo Hipparcos, che nonostante siano anni che non mi reco a Rocca di Cave, mi manda ancora via mail gli inviti dei suoi incontri che si tengono a Roma ogni mercoledì e delle serate di osservazione delle stelle direttamente dalla torre del Castello Colonna.
Spesso ci siamo recati ad una di queste serate di osservazione. Il cielo visto da quell’altezza, quando non ci sono le luci cittadine a disturbare la visuale, è fonte di stupore. Le parole, quando sei a testa rivolta verso l’alto, stentano a venir pronunciate… solo parole poco poetiche come “incredibile, fantastico… che spettacolo…” riescono a risalire la china dei tuoi pensieri. Solo dopo, quando sei a casa a ripensare ciò che hai appena ammirato, nascono le frasi appropriate e, come nel mio caso, nascono dei versi…
La scogliera cerca il suo mare
Rammenta a stento
La spuma delle onde
Infrangersi sulle rocce.
Adesso la scogliera
Mostra fiera
Conchiglie e mura antiche.
Di notte offre la sua torre
Per osservar le stelle
Cercando la via
Del perduto mare.
(dalla silloge “Dei Borghi antichi” edito da www.ilmiolibro.it , seconda edizione 2013 © Alberto Pestelli 2013)
La notte delle Stelle
Versa il suo latte fresco il cielo
A nutrire quei sogni
Che non sanno, non osano più
Catturare la luce delle stelle
Ci osservano, forse parlano
Di potere, spesso di magia.
Io vorrei credere di speranza
Per un’emozione ritrovata
E donarla a chi ormai
Non ha più occhi
Per guardarsi dentro
E ritornare indietro
Ché oggi ha un piede
Su di uno scalino più elevato
E si proclama falso dio o guida
Sedendosi accanto ai miti
Scolpiti nella roccia del tempo.
(dalla silloge “Dei Borghi antichi” edito da www.ilmiolibro.it , seconda edizione 2013 © Alberto Pestelli 2013)
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