Articolo pubblicato su IUA n° 8, Anno I, Novembre 2014
“Speculazione edilizia, Conegliano” di Vaghestelledellorsa – Opera propria. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons.
Avrei preferito scrivere questo articolo senza l’urgenza di dover commentare l’ennesima alluvione, questa volta la seconda in tre anni a Genova. Comunque, l’ex Bel Paese offre, purtroppo, mille altri spunti di analisi critica a chi è sinceramente preoccupato, ormai da decenni, per lo stato estremamente precario dell’ambiente in cui viviamo, ovvero dove ci hanno costretto a vivere cinquant’anni di scelte – e di non-scelte – politiche dissennate da parte di governi confusionari e pressappochisti (pochi se ne salvano) d’ogni tendenza e colore.
Che la lungimiranza della classe politica italiana sia stata quasi pari a zero è fin troppo facile appurarlo; così come è semplice affermare che, se davvero si potesse imparare dai propri errori, allora tante lezioni durissime sono rimaste lettera morta.
Una cosa appare lampante: si è fatto un uso improprio della parola “sviluppo”, e, giocando (e continuando ancor oggi a giocare, come vedremo) su questa ambiguità semantica, si è fatto credere ai cittadini che il progresso sia incarnato dall’equazione sfruttamento delle risorse dell’ambiente = soldi facili e benessere per tutti.
Mai equivoco fu più tragico, basta guardarsi attorno. Ora che il benessere si è rivelato effimero e le risorse dissipate, quale futuro ci attende?
Non è certo difficile immaginarlo, soprattutto quando, ostinatamente, si tenda a riproporre, ammantate di parole nuove, ricette vecchie, per non dire vetuste.
Ricette il cui ingrediente principale è il solito, immarcescibile CEMENTO.
“Autostrada A 10 – Diano Marina – Foto di Tony Frisina – Alessandria – DSC06856” di Original uploader was Tony Frisina at it.wikipedia – Transferred from it.wikipedia. Con licenza Public domain tramite Wikimedia Commons.
Lo stesso cemento sotto cui sono state sepolte le pendici dei ripidi colli genovesi e i fiumi a carattere torrentizio che da sempre vi scorrono; lo stesso con cui è stata costruita una intera città di centinaia di migliaia di abitanti sulle pendici del Vesuvio; lo stesso con il quale sono state create nuove e inutili autostrade (le foto della Milano-Brescia deserta sono di questi giorni); lo stesso cemento che ha devastato le più belle coste italiane, le isole, persino i parchi nazionali, come è accaduto per il Circeo.
Al fascino del Dio Cemento, evidentemente, non è facile sottrarsi, se anche i giovani e rampanti nuovi Signori d’Italia, nel loro convulso protagonismo decisionista, vi hanno ceduto.
Così, il recentissimo Decreto “Sblocca Italia” del Governo Renzi appare come il momento conclusivo, quello del K.O., di un lungo match durato trenta anni tra chi voleva, e vuole, “asfaltare” questo povero Paese nell’interesse di pochi chi, invece, lo voleva salvaguardare, nell’interesse di tutti. Incuriosito dalle critiche mosse da più parti a questo Decreto Legislativo, mi sono documentato (è a disposizione di tutti sul web) e, da vecchio ambientalista, ho trasecolato.
Quel che vi si legge eccede i sogni delle più famigerate Imprese costruttrici d’ogni tempo e luogo.
“Abbattimento Punta Perotti“. Tramite Wikipedia.
Per farla breve, il principio che ne sta alla base a me (non solo a me…) sembra il seguente: volete saccheggiare quel che resta dell’Italia, senza preoccuparvi dei lacci e lacciuoli delle normative di tutela ambientale? Bene, fatelo liberamente e senza scrupolo.
Volete costruire una nuova autostrada, anche se inutile, dal centro al nord, magari attraversando e devastando zone paesaggisticamente notabili? Accomodatevi.
Volete trivellare l’Adriatico alla ricerca di giacimenti di petrolio e gas? No problem.
E via dicendo…
Chi non ci crede, ed è davvero difficile credere che un governo di centro-sinistra faccia ciò,
vada a controllare personalmente!
Il sottoscritto si limita a segnalare che, nei prossimi giorni, a Roma, le principali associazioni che tutelano il paesaggio, l’ambiente e i beni culturali italiani (dal WWF a Italia Nostra a ProNatura ecc. ecc.) si riuniranno per discutere e protestare contro la nuova barbarie…
Qui sotto, alleghiamo il documento relativo a questo incontro.
La bella Italia del cemento facile: la carica dei nuovi barbari by L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.