Articolo di Maria Iorillo & Alberto Pestelli (IO.PE.) pubblicato su IUA n° 2, Anno II, Febbraio 2015
Quando senti parlare della Val d’Orcia non puoi fare a meno di pensare a Pienza. Eppure, in questo stupendo angolo di Toscana, sono tanti i graziosi borghi nascosti tra colline e cipressi: San Quirico d’Orcia, Montalcino, Montepulciano, Vivo d’Orcia, Monticchiello (una frazione di Pienza), Bagno Vignoni e tanti altri paesi e paeselli, tutti degni di essere visitati.
Pienza spesso viene ricordato per il suo gustoso “cacio”: sua “Maestà” il pecorino! …che, per dirla tutta, fa coppia con il robusto Brunello o con il più deboluccio (si fa per dire…) rosso della vicina Montalcino. Un’accoppiata vincente prima o dopo una portata dei prelibati Pici conditi all’aglione o con le più povere briciole!
Pienza non ha molti abitanti. Secondo gli ultimi dati, ci vivono circa 2.200 persone. Tuttavia è conosciutissima in Italia e all’estero perché è il centro più importante, dal punto di vista artistico, di tutta la Val d’Orcia. Infatti il suo prezioso centro storico è stato dichiarato nel 1996 Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Pienza, che un tempo si chiamava Corsignano, divenne storicamente importante a partire dal 1462 grazie a un suo “figlio”: Enea Silvio Piccolomini. Questi, nato nel 1405 in questo sconosciuto borgo della Val d’Orcia, divenne papa nel 1458 con il nome di Pio II.
Durante un suo viaggio nel nord Italia, tornò al suo paesello di origine. Vi trovò rovine e miseria. Forte del suo potere, decise di costruire, sopra l’antico borgo, una nuova città alla quale fu dato il suo nome: Pienza (da Pio). L’architetto incaricato fu Bernardo Rossellino che, in quattro anni, riuscì a costruire una città armoniosa seguendo lo stile quattrocentesco.
Sicuramente Pienza era destinata a diventare “la città ideale” se il progetto non si fosse interrotto a seguito della prematura scomparsa del suo benefattore nel 1464.
Pienza da quel giorno, tranne qualche piccola modifica, è rimasta così come la vediamo oggi.
La maggior parte del patrimonio artistico di Pienza si concentra nella Piazza Pio II. Infatti qui si affacciano la Concattedrale col suo bel campanile puntato verso il cielo, il Palazzo Comunale, che si trova esattamente di fronte al tempio, Palazzo Borgia, Palazzo Piccolomini con la sua fantastica loggia, e un incantevole pozzo presso il quale è d’obbligo una foto ricordo.
Il più importante tempio religioso di tutta Pienza è, appunto, la concattedrale di Santa Maria Assunta. Essa fa parte della diocesi di Chiusi, Montepulciano e Pienza. La chiesa, realizzata per volontà di papa Pio II, è stata costruita dal sopracitato Bernardo Rossellino, su un precedente edificio di culto: la pieve di Santa Maria.
Nonostante sia stata progettata e costruita in pieno Rinascimento, la Concattedrale di Pienza, per la forma del tetto a due spioventi e l’occhio centrale, ricorda un po’ le costruzioni gotiche del periodo francescano e le Hallenkirchen tedesche – Pio II era rimasto colpito da queste costruzioni durante i suoi molteplici viaggi nel nord Europa. Tuttavia il tempio è da considerarsi, esternamente, rinascimentale a tutti gli effetti perché risente dello stile dell’Alberti che, pare, sia stato il vero ispiratore del progetto sia di Pienza sia del Duomo. Senza addentrarci troppo nell’architettura della chiesa, crediamo che sia sufficiente dire che il suo interno ha una struttura gotica: diviso in tre navate che hanno le medesima altezza. Le due laterali sono più strette di quella centrale.
Il duomo è ricco di opere d’arte eseguite su commissione di Pio II dai pittori più in vista dell’epoca. Ci sono alcune Pale dell’altare realizzate per il Duomo nel biennio tra il 1461 e il 1463 da Giovanni di Paolo, Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta, Matteo di Giovanni, Sano di Pietro: tutti i più importanti pittori senesi di quel periodo.
Usciamo dalla Cattedrale e ritorniamo in piazza con l’intenzione di visitare la cittadina…
Girando per i vicoli sembra di attraversare un dipinto rinascimentale, talmente è armonioso lo stile degli edifici color miele… quel miele paglierino che, nei tanti locali, viene servito per accompagnare il pecorino tanto apprezzato da Lorenzo il Magnifico.
Arroccata su un colle, Pienza è circondata da terrazze panoramiche dalle quali, tra un cipresso e l’altro, è possibile godere del meraviglioso spettacolo che le soffici colline circostanti offrono.
Quei colori, così ben impressi in un disegno perfetto, arrivano ai nostri occhi, e al cuore, come una poesia d’amore… per la terra e per la vita. Una pausa, la visita a Pienza, che il nostro animo, sempre slanciato verso affanni, merita di vivere in un’atmosfera antica e rilassante dove, tutt’intorno, solo la natura ferma il vento e i raggi del sole.
Articolo e fotografie di Maria Iorillo e Alberto Pestelli
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