Articolo pubblicato su IUA n° 6, Anno I, Settembre 2014
Ne avevo sempre sentito parlare dai miei parenti quando andavo in Sardegna per trascorrere le mie vacanze estive e, quel nome strano dal sentore “nilota”, mi era entrato insistentemente nella mente tanto da chiedere, ogni anno a zio, di accompagnarmi sul posto. Ho dovuto aspettare diversi anni prima di riuscire a ottenere un “sì, ti accompagno”.
Così nel 1999, per la prima volta in vita mia, visitai Gairo vecchio, nell’Ogliastra. Avevamo fatto quello che a Firenze viene definito un “giro pesca” ma utile. Partiti da Dolianova (CA) vi eravamo tornati nel tardo pomeriggio dopo aver toccato Laconi, Aritzo, Tonara (tappa obbligatoria per l’acquisto del famoso torrone) e poi Desulo, Fonni, Arzana. Da quest’ultimo paese siamo arrivati finalmente a Gairo vecchio.
Il paese è tristemente famoso per la disastrosa e terribile alluvione del 1951 che causò frane e smottamenti che distrussero case e vite innocenti. Successivamente fu ricostruita più a monte prendendo il nome di Gairo Sant’Elena. Ma esistono altri due paeselli con il nome di Gairo, anche questi costruiti dalla popolazione del vecchio borgo distrutto: Gairo Taquisara, dove c’è la stazione del trenino verde e Gairo Cardedu che si trova sul mare.
Sul versante opposto della valle, di fronte al paese fantasma, c’è Ulassai e Osini vecchio dove, nel medesimo periodo avvenne una frana che la distrusse. Tornando a Gairo, una volta parcheggiata l’automobile, ci siamo addentrati tra i suoi vicoli tra scalinate e edifici mezzi distrutti che hanno mantenuto ancora i colori caratteristici blu e rosa delle pareti. Ci sono diversi segnali di pericolo che avvertono i visitatori di probabili crolli. Ci siamo mantenuti a debita distanza dalle case dove ci sono ancora finestre, scale, caminetti.
Sembra di aggirarsi in un luogo fuori dal tempo, in una atmosfera incantata. Mio zio mi disse: “dovresti venire in inverno quando il paese è avvolto da una inquietante nebbiolina spettrale…” Beh, non nego di aver avuto un brivido. Non di paura, ovvio! Ma per essere giunto su questa montagna a respirare, anche se terribile, il profumo di un passato della terra, dell’isola di mia madre.
© Copyright 2014 Alberto Pestelli
Fotografie di Alessandro Murru – © Copyright 2009 Alberto Pestelli
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Un paese dove il ricordo è impresso nel cuore dell’isola: Gairo vecchio by L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.