di Iole Troccoli
Ciò che colpisce subito del bel romanzo di Anna Conte “Tacco12” è l’immediatezza del messaggio che arriva al lettore: la vita è bella e va vissuta appieno nei suoi alti e nei suoi bassi, anzi, forse proprio in questi maggiormente, poichĂ© sono anche le avversitĂ e i problemi a dare il senso alla vita.
Anna scrive, in una sorta di diario rivolto alla figlia, delle sue vicissitudini e di come, spesso d’improvviso, tutto o almeno molte cose cambino e come l’individuo sia costretto a cambiare con loro. Ma non c’è ombra di autocommiserazione nel narrare; la protagonista, che è anche l’io narrante della storia, riesce sempre, con la forza e il sorriso, a trasformare i toni grigi in tonalitĂ accese, che celebrano naturalmente la vita.
Così, la malattia che irrompe, i problemi personali e le difficoltà amorose vengono raccontate con semplicità e trasparenza, messe in piazza, per così dire, in maniera liberatoria.
E la piazza è quella di un bel paese della Basilicata, Latronico, che anche io conosco bene per avervi trascorso alcune estati di qualche anno fa. Una piazza circondata da strade in salita e discesa, metafora, se vogliamo, dei sentieri spesso distorti dell’esistenza, che Anna narra con piglio vivace e a tratti venato di humor.
Si esce rinfrancati da questa lettura, l’immagine di Anna e del suo percorso coraggioso e ricco di eventi si offre al lettore come un’immagine di speranza, energia e voglia di guardare sempre avanti, perchĂ© il passato esiste soltanto se vogliamo fermarci a guardarlo, altrimenti scompare, portato via da nuovi sogni e destinazioni.
© copyright Iole Troccoli, 20 luglio 2014
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Recensione del romanzo “Tacco 12, in bilico sulla vita” by L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.