Rimasi ferma poi all’amore
quando si levò.
La tiritera mi appassiva tra le mani
come se il fiore fosse orgasmo rosso
indivisibile.
Tentai l’approccio piĂą e piĂą volte
ma l’attimo del salto voleva me sospesa
e basta
senza cartucce o minimo diario
di quelli che si covano
al fondo della notte.
Fui schiava del sentirmi umida
e dolente
quadrata al mio Saturno
di solitudini recise
dall’altra me, l’adolescente rosa
che pescava nel Romanzo molle
le due parole magiche rubate
al sottogola della luna.
Rimasi ferma a lungo
quando Amore mi scomparve avanti
definitivo, lucido, imprendibile.
Schioccai le dita
come fosse il trucco della donna
frammentata nella scatola
pezzi di me guardavano a Oriente
il resto si ammucchiò a nord
informe, solitario.
Adesso, quando arriva estate
manda una voce stella che risuona
e bacia il tunnel dove nascondo
ancora ingenuitĂ
che sopravvive al tempo
che si muove.
© copyright Iole Troccoli, 24 giugno 2014
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Voce stella – una poesia di Iole Troccoli by L'Italia, l'Uomo, l'Ambiente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.